Omelia (11-12-2022)
don Roberto Seregni
Sei tu?

Giovanni è in prigione. Erode ha deciso di mettere la museruola al profeta che battezza nel Giordano rinchiudendolo nella fortezza di Macheronte. Nonostante la prigionia, Giovanni invia i suoi discepoli a Gesù. Vuole sapere se lui è davvero il Messia, l'Atteso.
La domanda del Battista mi ha sempre fatto riflettere, soprattutto per il coraggio di Giovanni di mettere in questione le sue attese e le sue speranze. Forse si era accorto che Gesù non era esattamente quel Messia che Lui - e molti altri - stavano aspettando. Proprio questa, penso, è la grandezza di Giovanni: davanti ai fatti sa mettersi in questione, riflette, si interroga. E sa bene che da quella domanda dipende il senso profondo della fede.
Il tempo dell'Avvento ci chiama a fare un po' piazza pulita di tutte le false immagini di Dio che abitano la nostra fede, così come ha fatto Giovanni.

Altrettanto significativa è la risposta di Gesù. Il maestro non fa una bella catechesi per spiegare la sua identità: è dai frutti che si riconosce l'albero (Mt 7,20). Ai discepoli di Giovanni, Gesù presenta fatti concreti, gesti di liberazione inspirati alle attese messianiche (Is 35,5; 61).
E anche qui incontriamo un'indicazione molto importante per il tempo d'Avvento. Anche noi siamo chiamati a liberare la vita, ad aprire gli occhi per guardare il mondo, le persone, la storia con lo sguardo di Cristo; siamo chiamati a superare l'indifferenza e a farci prossimi di tutti i lebbrosi del nostro tempo; siamo chiamati a far risorgere tutti coloro che vivono ancorati alla morte, che non conoscono la speranza, che hanno perso la voglia di vivere e il desiderio della felicità.
L'Avvento non è solo il tempo mieloso dei regali e delle feste, ma è uno spazio che la grazia ci offre per far brillare la vita, per contemplare lo scandalo di un Dio atteso che si manifesta in un modo totalmente inatteso. È un tempo per svegliarci e correre davanti al presepe e scoprire che l'Eterno non ha incontrato un luogo più degno che la carne dell'uomo per farsi presente nella storia.

don Roberto Seregni