| Omelia (04-12-2022) |
| Omelie.org (bambini) |
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Cari bambini e bambine, ragazzi e ragazze, ben trovati e ritrovate. Siamo già giunti alla seconda domenica di Avvento e mancano solo due settimane al Natale. Ormai tutti sappiamo che questo periodo serve per prepararsi alla nascita di Gesù. Ma come ci prepariamo? Cosa dobbiamo fare? Andare alla ricerca di regali, scrivere lunghe liste di desideri, preparare l'albero e il presepe, posso essere certamente delle buone idee, ma di sicuro non bastano! E cosa fare allora? Come rendere questo tempo assolutamente fruttuoso? Come preparare, il nostro cuore, come le nostre case, all'arrivo del Bambin Gesù? Le letture ci vengono in aiuto. La Prima Lettura, scritta dal profeta Isaia, è uno dei più antichi annunci della nascita di Gesù. Pensate che è stato scritto centinaia di anni prima della sua nascita. Sembra una poesia. Se letto con la giusta intonazione, ricorda quegli annunci che i re facevano gridare nelle piazze con tanto di trombe e rullo di tamburi. Ciò significa che è una notizia veramente importante, potremmo dire "clamorosa"! Isaia non annuncia semplicemente la nascita di qualcuno che sia veramente importante, ma spiega nei dettagli come la sua venuta possa essere fondamentale per l'intera umanità. Di lui, per il momento, non sappiamo neanche come si chiama, a parte che è un discendente di Iesse, dalla tribù di Giuda, il figlio di Giacobbe. Ora sappiamo solo che dopo di lui la pace e l'amore regneranno sulla terra, a tal punto che gli animali feroci potranno stare insieme agli animali indifesi, senza che quest'ultimi vengano attaccati. Ma un'altra grande notizia è che questa persona ci porterà lo Spirito Santo e tutti i suoi doni, che per noi sono il regalo più importante della nostra vita. Per capirci meglio, è come se qualcuno di voi fosse un tifoso di calcio: il presidente della sua squadra del cuore annuncia che comprerà un giocatore straordinario, di cui ancora non sappiamo il nome, ma che sicuramente, al cento per cento, farà vincere lo scudetto a tutta la squadra. Come vi sentireste? Non sareste emozionati? Questo è l'annuncio: adesso dobbiamo capire come vivere questo tempo di attesa. San Paolo, nella seconda lettura, ci spiega che siamo nel momento in cui la nostra fede deve essere assolutamente forte, deve "perseverare". Non dobbiamo farci prendere dallo sconforto ma, al contrario, vivere dell'aiuto che la Chiesa ci fornisce. Ma qui non dobbiamo sbagliare. Non dobbiamo pensare a questo tempo come una semplice attesa gioiosa. Quando pensiamo al verbo "aspettare", ci vengono in mente una sala d'attesa di uno studio medico o la fermata dell'autobus. Situazioni per le quali siamo fermi e passivi. Cioè non facciamo nulla se non annoiarci finché qualcosa, che non dipende in alcun modo da noi, non cambia. Questo, al contrario, è un momento assolutamente attivo, nel quale dobbiamo fare tantissime cose e molto importanti. Il Vangelo, attraverso Giovanni Battista, ci dona una serie di istruzioni per non sprecare queste settimane. Il brano di oggi è veramente molto complesso. Pieno di metafore. È una matassa che deve essere sbrogliata per bene. Altrimenti la mettiamo da una parte e ne perdiamo la ricchezza. Quella del Battista è una predicazione nuova, ma che utilizza metodi antichi. Vediamone alcuni elementi. Il deserto. Giovanni sembra un matto: che fa nel deserto da solo? A chi parla? Stare ne deserto significa tirarsi fuori dalle dinamiche quotidiane che ci distraggono; prenderci un tempo e uno spazio di esclusiva intimità con Dio; dove Egli possa entrare con delicatezza e noi accoglierlo senza incomprensioni. La veste di cammello. Perché specificare come era vestito? Sarà stato vestito come andava di moda all'ora, no? Assolutamente no! Questo è un indumento che, all'epoca, rappresentava la penitenza. Si vestiva così chi stava ripensando alla sua esistenza e voleva aggiustare la rotta della sua vita. Vestirsi così significava dire: "Ho da fare cose importantissime: non mi distraete e non mi fate perdere tempo". L'invito ad una conversione radicale: è un ammonimento a cambiare completamente mentalità, ad abbandonare i vecchi modi di pensare per vivere un'esistenza completamente nuova che possa condurre al Regno dei cieli. Il riferimento ai Farisei e ai Sadducei: due fazioni opposte per l'ebraismo per le quali però, vale lo stesso rimprovero. Perciò questo annuncio è per tutti, nessuno escluso. La scure poggiata alle radici dell'albero: è tempo di tagliare ciò che è vecchio, ciò che non ci fa bene, tutto quello che ci distrae da questo nuovo tempo. Bisogna liberarci da ciò che ci intossica. Dio è chiaro e selettivo, non lascia dubbi. Altrettanto dobbiamo fare noi, sennò non siamo pronti per Lui. In tutto questo la Chiesa ci aiuta e sostiene con la misericordia di Dio. Vi saluto augurandovi il coraggio di rinunciare a ciò che non vi fa bene, anche se vi piace, per fare completamente spazio nel vostro cuore a Gesù. Commento a cura di Cristina Pettinari |