| Omelia (27-11-2022) |
| don Roberto Seregni |
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Vegliate Dalle mie parti sta iniziando la stagione del caldo torrido senza piogge. Il mio miglior amico è un piccolo ventilatore rumoroso che mi regala qualche attimo di freschezza. Mentre provo a concentrarmi per scrivere questa breve riflessione all'inizio dell'Avvento, mi viene spontaneo pensare: si riparte! Ogni anno la madre chiesa ci da la possibilità di ripartire, rinnovarci, rivivere i misteri della vita di Cristo attraverso l'anno liturgico. Ogni anno abbiamo tra le mani l'occasione di lasciarci trasformare dalla Parola e dalla impetuosa delicatezza dello Spirito. Ieri sera, dopo le prime confessioni di una trentina di bambini in una della comunità parrocchiali, una delle catechiste mi ha chiesto qual è la parola chiave della prima domenica di avvento per poter preparare un bel cartellone da mettere alle spalle dell'altare. Senza esitare le ho risposto: Vegliate. Sí, il maestro ci chiama a vegliare, a vigilare, a vivere attenti. Una delle grandi malattie spirituali che minaccia la nostra fede è il sonnambulismo. Viviamo mezzi addormentati perché la frenesia del mondo ci st anestetizzando l'anima. E la cosa peggiore è che non ce ne rendiamo conto. Una delle conseguenze è che viviamo la fede come un'abitudine, un rito o una formalità. La nostra fede è stanca, ripetitiva e monotona. In questo tempo di Avvento, il Maestro ci chiama a rinnovarci, a ripartire, a rimettere ordine e passione nel nostro cammino di fede, a ritornare a Lui. Vegliare, dunque. Vegliare per accorgersi di chi sta male e ha bisogno di un sorriso, di ascolto, di tempo. Vegliare per riscoprire la bellezza del silenzio e della preghiera. Vegliare per far crescere il gusto dell'attesa ed essere pronto ad accogliere Gesù che viene. Lui, per fortuna, non si è ancora stancato di noi. don Roberto Seregni |