| Omelia (13-11-2022) |
| don Roberto Seregni |
|
Nemmeno un capello Ci stiamo incamminando verso la fine dell'anno liturgico e il Vangelo ci invita a meditare su un testo impegnativo. La storia, tutta la storia, ogni frammento della nostra vita, l'amore che abbiamo donato e condiviso, le relazioni in cui abbiamo investito tutta la nostra vita, sono lanciate verso la pienezza, verso un fine. Certo: verso un fine, non solo verso la fine. Il Vangelo non si preoccupa di esaudire le nostre curiosità sul quando, dove e come avverrà la fine del mondo, ma su come devo preparami. Provo a sintetizzare in quattro punti. Primo. Gesù ci chiama a mettere i piedi per terra, ad avere uno sguardo realista e sincero sulla storia. Non ci promette successi, applausi e piogge di petali al nostro passaggio. Seguire Gesù è cammino esigente (e stupendo). Il discepolo è chiamato a camminare nella storia, con tutte le sue tensioni e difficoltà, testimoniando che vivere con Gesù o senza Gesù non è la stessa cosa. Secondo. Il maestro ci avverte: non siate ingenui, non andate dietro ai falsi profeti che promettono ricette di felicità a buon prezzo. In tempo di crisi abbondano santoni, veggenti e guaritori. L'unico Maestro e Signore è Gesù. Diffidare delle imitazioni. Terzo. Al posto di stare a piangerci addosso ricordando i bei tempi in cui le chiese erano strapiene e tutti erano super-cattolici, testimoniamo la nostra fede! Al posto di cadere nella depressione e nella passività vedendo gli oratori vuoti, cerchiamo nuovi camini, lasciamoci inspirare dallo Spirito! Rinnoviamo e rinnoviamoci, usciamo dai nostri gusci, lasciamoci prendere per mano dagli ultimi: loro ci indicheranno il cammino perché sono i preferiti di Dio. Quarto. Ci saranno guerre, prigionie, tradimenti e persecuzioni, ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto! È bellissima questa promessa di Gesù: siamo testardi e pigri, infedeli e bugiardi, traditori e pettegoli, ma Lui non ci abbandona. Siamo così preziosi ai suoi occhi che nemmeno un capello del nostro capo andrà perduto. Ti consiglio di leggere Isaia 43: passeremo tra il fuoco e le fiamme, e non ci bruceremo; attraverseremo fiumi impetuosi, e non annegheremo. Siamo suoi. Per sempre. don Roberto Seregni |