Omelia (11-12-2022)
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)
Commento su Is 35,1-6.8.10; Sal 145; Gc 5,7-10; Mt 11,2-11

L'ufficio delle letture di questa terza domenica d'Avvento ci mostra, di nuovo, la figura profetica di Giovanni il Batista, non più sulle rive del Giordano, mentre predica e battezza, ma bensì in carcere per ordine di Erode, silenzioso e travagliato, in quanto assalito dal dubbio che Gesù, da cui indicato come il Messia non si comporta da giudice sovrano, come anche tutto il popolo di Israele si aspettava, contro i malvagi: un messia giustiziere, o se vogliamo, oggi un termine tanto in voga, sovranista. Sconcertato e angosciato, Giovanni, fa' chiedere, dai suoi discepoli, a Gesù. " Sei tu che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?"

Questa domanda attraversai secoli e risuona anche oggi più che mai di fronte all'apparente silenzio di Dio.

Quanta fatica dobbiamo sopportare per riuscire a comprendere e a vivere che il cristianesimo, e pertanto il Messia, è amore e non punizione a tutti costi! Se vogliamo chiamarci cristiani, dobbiamo, come il Battista, riconoscere che Dio ha scelto di manifestarsi a noi, in Gesù Cristo con il volto umile, misericordioso e salvatore.

La fede è difficile anche oggi- Anche oggi inciampiamo in Gesù durante la nostra esistenza, perché egli distende le le nostre pretese. Non abbiamo ancora capito, nonostante siano trascorsi più di venti secoli, che l'amore è donazione e non possesso, dare e non avere e mettere in cassaforte.

La parola di Dio di questa domenica ci insegna ci insegna che la gioia ha come fondamento le opere di salvezza compiute dal Cristo: giustizia e solidarietà. La gioia non è un frutto da noi conquistato, ma un dono che Dio ci dà per opera di Gesù unico mediatore tra Lui e noi.

La prima lettura, tratta dal libro del profeta Isaia, è un inno di gioia che accomuna uomini e cose: la creazione viene trasfigurata; la salvezza investe l'uomo anche nella sua esistenza corporea.

Isaia profetizza, che in questo inno di gioia, che anche i deserto gioirà al passaggio degli Israeliti quando lo attraverseranno nel rimpatriare lo farà coprendosi di fiori. A questa gioia del deserto si uniranno sia il Libano con i suoi cedri che il Carmelo e il Saron, perché anche loro vedranno il manifestarsi della gloria di Dio.In tanta manifestazione della gloria di Dio non c'è più posto per il timore, la pusillanimità e la sfiducia giacché è giunto il momento della ricompensa divina. Infatti scompariranno le infermità del corpo: cecità, sordità, balbuzie e e mutismo.

La causa di tale mutamento di cose accadrà grazie al fatto che in mezzo a una terra un tempo arida e desolata eromperanno, improvvisamente, acque fecondatrici. Inoltre il deserto perderà il suo orrore, perché in esso si apre una via santa, per la quale passeranno solamente i santi, giacché ogni iniquità è stata spazzata via dal giudizio di Dio. Questa strada piana è a tutti visibile anche se percorribile solo a quanti sono moralmente puri.

Al profeta si associa il Salmista e anche lui grida a tutti che il Signore " rende giustizia agli oppressi, ridona la vista ai ciechi, rialza chi è caduto e protegge lo straniero.

Le parole di questo salmo contengono quale sia l'impegno del cristiano per lo sviluppo personale e collettivo della società di cui facciamo parte. Tutte queste funzioni Dio le affida all'uomo.

La seconda lettura, tratta dalla lettera di Giacomo, è un invito alla pazienza, anche quando gli avvenimenti che ci sovrastano, come al tempo presente, sembrano apocalittici.

Perché dobbiamo avere pazienza? Ci chiede l'apostolo Giacomo! perché il Sig" i ciechi recuperano la vista, gli storpi camminano,...ai poveri è predicata la buona novella, e beato colui che non si scandalizza di me". Giovanni, nel carcere, accoglie queste parole e va sereno verso la morte dopo aver capito come doveva essere il Messia e lo precede.

Il precursore si avvia a scomparire e contemporaneamente sorge Il Sole.

Gesù fa l'elogio del Battista alle folle e annuncia che Giovanni non è una canna sbattuta dal vento, ne un potente che sta nei palazzi del potere. egli è colui del quale è scritto " io mando davanti a te il mio messaggero che prepara la tua via, davanti a te", e ancora Giovanni è il nuovo Elia che con la sua vita ha annunciato la salvezza portata da Cristo nostro Signore.

Il brano evangelico si conclude con la seguente frase:" In verità io vi dico: trai nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più pico nel regno dei cieli è già grande di lui". Resta da chiederci " chi e il più piccolo nel regno dei cieli?". Gesù proclama che questi è lui in quanto discepolo di Giovanni e, nello stesso tempo, è più grande di Giovanni, perché la sua presenza tra noi inaugura e impersona il regno di Dio. Infatti noi cristiani possiamo conoscere Gesù Cristo solo perché Giovanni Battista ce lo ha indicato come il Messia che viene ancora oggi.

Revisione di vita

- Cresce in noi la gioia dell'attesa del Signore che viene oppure siamo indifferenti?

- A chi ti chiede .è Gesù che viene, è lui il Salvatore? Che cosa rispondi?

- Quali segni offri a chi è in una situazione di dubbio e di crisi come lo era Giovanni in carcere?


Marinella ed Efisio Murgia di Cagliari