| Omelia (04-12-2022) |
| CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie) |
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Commento su Is 11,1-10; Sal 71; Rm 15,4-9; Mt 3,1-12 Il Vangelo è per tutti: giudei e pagani, e quindi: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!» vale per tutti. Quest'ultima espressione viene citata ben tre volte nello stesso brano evangelico. Sono infatti le prime parole che proclama il Battista (Matteo 3,2), che annuncia lo stesso Gesù all'inizio della sua missione (Matteo 4,1-17) e sono le primissime parole che dovranno predicare i discepoli quando saranno inviati in missione (Matteo 10,7). Il messaggio evangelico prima di essere un insegnamento è un "annuncio", un grido di gioia, viene il Regno di Dio. Ma cosa è questo "Regno di Dio"? Cosa vuol dire o fare di concreto? Abbiamo detto che siamo in presenza di un annuncio che ha un "kerygma", che è il massaggio-base di ogni missione cristiana. Nella sua semplicissima struttura, questo annuncio risulta composto da un imperativo (convertitevi) e da un indicativo (il regno dei cieli è vicino). Quindi, un'esortazione e un'affermazione, un comportamento e un evento. Logicamente viene prima l'evento, realizzato da Dio - la venuta del suo regno- e poi la conseguenza che ne dobbiamo tirare - la nostra conversione; come si vede, precede l'iniziativa di Dio, poi viene la nostra risposta; prima l'avvenimento, poi il comportamento; prima il dono-pegno, poi l'impegno. Ecco, l'Avvento è l'attesa, e l'attesa è l'evento che crea l'attesa chiamato Avvento e che dobbiamo riempire di attesa operosa e di sentimenti. L'Avvento, un periodo di conversione attraverso un avvicinamento graduato e progressivo all'evento del 25 dicembre. Mi chiedo, in questo periodo di attesa operosa, cosa possa fare come famiglia, all'interno e all'esterno della stessa? Siamo più preoccupati dell'immagine verso l'esterno o sappiamo fare deserto nel nostro cuore e ascoltare la voce dello Spirito? Allora dobbiamo impegnarci con un potente strumento che ognuno di noi deve utilizzare a piene mani, con impegno, con incentivo, con fiducia e anche con fantasia e non come routine. Dobbiamo mettere in campo anche la coerenza di ogni giorno nell'agire, e il Battista fa da apripista a questo atteggiamento con il bellissimo testo evangelico di Matteo: "Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico. Allora accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente il Giordano; e, confessando i loro peccati, si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano. Vedendo però molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all'ira imminente? Fate dunque frutti degni di conversione, e non crediate di poter dire fra voi: Abbiamo Abramo per padre. Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre. Già la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non son degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco. Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile".
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