Omelia (18-09-2022)
padre Paul Devreux


In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: "Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare".

Inutile dire che stiamo parlando del rapporto tra Dio e noi. La chiamata può essere quella di tutti i giorni come quella che segue la morte. La resa dei conti è il bilancio giornaliero come quello di tutta una vita. L'altolà può arrivare in ogni momento, e probabilmente ne abbiamo già vissuto qualcuno; Basta una bocciatura, un licenziamento, un problema di salute, un lutto. Sono tante le situazioni che possono capitare, che ti cambiano la vita da un momento all'altro. Quello è il momento in cui sono costretto a fare un bilancio e a domandarmi come andare avanti.


L'amministratore disse tra sé: "Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l'amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua".

Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: "Tu quanto devi al mio padrone?". Quello rispose: "Cento barili d'olio". Gli disse: "Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta". Poi disse a un altro: "Tu quanto devi?". Rispose: "Cento misure di grano". Gli disse: "Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta".


Ma quest'amministratore brillante e che il padrone loderà, ci da una grande lezione: riesce subito a guardare avanti e a cercare una soluzione. Non è scontato. Avrebbe potuto reagire molto diversamente, arrabbiandosi, facendo la guerra al suo padrone, cercando di sottrargli un massimo di soldi; oppure poteva fare finta di niente, temporeggiare sperando che il padrone cambiasse idea, come fa' chi rifiuta la realtà; poteva buttarsi malato e cadere in depressione. Lui invece assume subito questa nuova realtà e si da da fare cercando di farsi degli amici facendogli dei regali. Ha capito che le relazioni sono più importanti delle cose.


Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.

Gesù ci dice: "Procuratevi amici con l'iniqua ricchezza", dove iniqua sta per ingiusta. L'importante è avere chiaro che conta non quello che ho, ma quello che sono per gli altri. Se sono da considerare amico o nemico, importante o inutile, perché poi viene il momento in cui ho bisogno di loro, più che delle cose che ho.


Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.

Infatti si può riscattare ogni ricchezza fatta facendo del male, usandola per fare del bene.


Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?

La ricchezza altrui è tutto ciò che Dio mi ha consegnato e che devo amministrare consegnandolo a chi ne ha bisogno. La mia ricchezza nasce da ciò che riesco a fare per gli altri.


Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l'uno e amerà l'altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».

Le ricchezze altrui sono tutte le cose che ho ricevuto gratuitamente da Dio, per potermi rendere utile in questo mondo: cose, cultura, capacità lavorativa, etc. Di tutto ciò, l'unica ricchezza che rimarrà, è la carità; sarò ricco solo di quello che ho saputo dare.


Signore insegnami sempre di più ad usare le mie cose e il mio tempo intelligentemente.