Omelia (28-08-2022)
don Michele Cerutti
Aggiungi posti a tavola per gli amici di Dio

Nella calda estate 2022 che ha raggiunto picchi insopportabili la liturgia ci viene in aiuto offrendoci, tuttavia, una doccia gelata e lo fa con un brano evangelico che vuole interrogarci sulle nostre relazioni dopo aver insistito molto sulle ricchezze e il rapporto con le cose.

L'occasione è un invito a un pranzo e appare subito che nella scelta degli invitati si sia subito guardato al tornaconto personale. Quello che, tuttavia, mette in difficoltà è il fatto che gli stessi vanno alla ricerca di una visibilità per ottenere i primi posti.

Gesù li richiama con forza esortando commensali ed invitati a ricercare quelli che sono gli ultimi posti.

Il modello è Gesù stesso che, come dice San Paolo, "non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio ma spogliò se stesso assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini".

Una doccia fredda dicevamo perché la cultura del primo posto, dell'arrampicata sociale, da che mondo è mondo non tramonta.

Guardiamo al pianeta lavoro dove gli sgambetti per ottenere un posto di prestigio in ufficio, in una fabbrica o per essere ben visto da un datore di lavoro sono all'ordine del giorno.

Nel mondo della scuola si gareggia per sovrastare i compagni e i più deboli subiscono le peggiori angherie.

Non è esente la dimensione del sacro e quindi ecclesiale.

Una doccia fredda quindi che dovrebbe veramente essere stimolo per domandarsi: il cristiano nella giungla del rampantismo e della ricerca spasmodica della visibilità come si comporta?

Mi rincuora che in questo contesto vi è chi non cede e prosegue il cammino non alla ricerca di chissà quale riconoscimento umano.

Un professionista, qualche giorno fa mi diceva in maniera triste, come nella sua èquipe di lavoro l'aria diventa irrespirabile a causa di un collega che a tutti costi vuole assumere posti sempre più di prestigio, ma con orgoglio e senza falsità questa persona, con cui conversavo, affermava, con gioia, di voler proseguire il proprio lavoro con quella professionalità richiesta senza preoccuparsi troppo di questi giochetti.

C'è effettivamente chi spinge a tutti i costi per raggiungere vette e traguardi professionali senza troppi scrupoli e chi invece, penso non siano pochi, vuole dormire sonni tranquilli con una coscienza non incline a bassezze.

La logica del Vangelo ci spinge verso questa ultima direzione.

Gesù non si accontenta del poco.

Dall'altra parte Lui non è l'uomo delle mezze misure.

San Paolo ci dice proprio di Lui che:

"Apparso in forma umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte di Croce".

Il Maestro ci dice, infatti, quando invitate qualcuno a pranzo girate l'invito a ciechi, zoppi e storpi, ovvero a quelle categorie di persone che non possono umanamente ricambiare, ma che rimandano al banchetto vero a cui tutti siamo invitati che è quello del cielo.

In questo banchetto potremo esclamare come il generale Lowen nel film il Pranzo di Babette del 1987:

Misericordia e verità si sono incontrate, amici miei. Rettitudine e felicità devono baciarsi. Viene il giorno in cui apriamo i nostri occhi e vediamo e capiamo che la grazia di Dio è infinita. Dobbiamo solo attenderla con fiducia e accoglierla con riconoscenza. Dio non pone condizioni, non preferisce uno di noi piuttosto di un altro. Ciò che abbiamo scelto ci viene dato e allo stesso tempo ciò che abbiamo rifiutato ci viene accordato, perché misericordia e verità si sono incontrate, rettitudine e felicità si sono baciate.