Omelia (07-08-2022)
don Michele Cerutti
Non temere piccolo gregge

Quando ti accosti alla Parola di Dio, dopo una lettura attenta del brano, che nella spiritualità monastica prende il nome di Lectio, è bello soffermarsi sulle espressioni che colpiscono di più e portarsi sul livello della Meditatio. Utile sarebbe sottolineare queste frasi e ruminarle nel corso della giornata.

L'apertura di questo brano evangelico mi ha subito affascinato con l'affermazione: Non temere piccolo gregge.

Una espressione rassicurante che ci dice che la storia è retta da Dio stessa.

Luca utilizza per la prima volta questa parola "non temere" con Zaccaria nel Tempio come per dire a questo sacerdote: Non sei tu quello che disponi delle cose e delle situazioni. La riutilizza con Maria a Nazareth per aiutare la Vergine a vincere i timori che si pone davanti alla proposta dell'angelo Gabriele nel mistero dell'Annunciazione.

Non temere lo dice a Giuseppe e costituisce un ritornello nella vita del Giusto che deve affrontare la responsabilità della custodia della Santa Famiglia.

Ora l'espressione che esorta a non aver paura viene offerta ai discepoli e quindi a tutti noi per rassicurarci il Suo sostegno.

Gesù ha la consapevolezza che la proposta cristiana non attecchisce in maniera dirompente, ma anzi si propone e pochi sono coloro che accolgono il messaggio.

Nella cultura dei grandi numeri tutto ciò stride.

Diffusa anche nel popolo di Dio l'idea di una fede di massa e quando ci si scontra con la realtà si comprende il senso di disorientamento.

Siamo piccolo gregge chiamato a essere laddove ci troviamo segno di contraddizione da un lato, rispetto alla cultura del tempo, e di unità dall'altro.

Di contraddizione e quindi il cristiano non cede alla cultura del tempo quando questa non è in linea con la proposta evangelica non andando alla ricerca di popolarità per avere i grandi numeri e le folle oceaniche al seguito.

Segno di unità perché questa sarà misura dell'autenticità della fede proposta.

Quello che si delinea è la strada della piccolezza che permane agli occhi di Dio la strada preziosa.

A noi tutti, con le nostre mani fragili è affidata una responsabilità.

Non siamo padroni, ma chiamati a essere semplici servitori.

"A chi tanto sarà dato tanto verrà richiesto". Espressione forte questa che ci rimanda ad interrogarci seriamente su come i doni che il Signore ci ha dato sono gestiti.

Luca in queste domeniche insiste sul tema delle ricchezze ed esorta il discepolo ad annunciare con la propria sobrietà la bellezza del Regno.

Non c'è molto oggi che umanamente possa offrirci consolazioni perché la strada che ci viene chiesta è quella stretta della radicalità, ma quello che si offre a noi tutti è libertà dalle dipendenze delle cose che con il tempo sono divenute le nostre padrone.

Ancora una volta facciamo risuonare: Non temere piccolo gregge. Nella nostra piccolezza Dio viene in nostro soccorso.