Omelia (31-07-2022) |
don Roberto Seregni |
Fate attenzione L'appello che apre il testo evangelico di questa domenica è proposta da un uomo della folla. A centro c'é un problema di eredità. Non si dice nulla riguardo l'argomentazione precisa del fatto, ma solo il rifiuto del maestro ad entrare nello specifico della risposta. Non è la prima volta che Gesù non risponde direttamente alle domande che gli vengono proposte. La sua, ovvio, non è scortesia. Il maestro vuole aiutarci a liberarci dalle piccole questione che affannano la nostra vita, vuole aprire il nostro sguardo su altri orizzonti e dilatare i confini dei nostri interrogativi. Nel caso specifico di questo testo, Gesù vuole smascherare i due fratelli dall'illusione di cui sono vittime: litigano per il desiderio smodato di possedere, per la fiducia che hanno riposto nell'illusione della ricchezza, sono convinti che nei beni troveranno la propria sicurezza. A questa istruzione, già molto chiara, Gesù aggiunge una parabola affascinante. Il protagonista è un uomo ricco e stolto. Costui è totalmente concentrato sui suoi beni e ripone tutta la sua fiducia nelle ricchezze materiali e si dimentica di Dio. Si preoccupa di accumulare beni e dimentica che la vita è nelle mani di Dio. Con questa bella parabola, Gesù vuole smascherare la nostra logica di potere e riorientare il nostro sguardo in una direzione molto chiara: la vita non risiede nei beni materiali, ma in Colui che tutto dona con amore. Il nostro unico tesoro è Cristo e la sua Parola. Essere "ricchi agli occhi di Dio" significa condividere e donare ciò che abbiamo e ciò che siamo: ciò che doniamo è nostro per sempre, perché ci trasforma a immagine di Colui che si è donato a tutti per amore. La banca piú sicura sono le mani dei poveri. Ciò che doniamo con amore è l'unica ricchezza che nemmeno la morte potrà sottrarci. don Roberto Seregni |