Omelia (08-11-2020)
padre Antonio Rungi
Una serena e fiduciosa attesa del Signore

Ci avviamo verso la conclusione dell'anno liturgico, un anno vissuto in termini di partecipazione in modo pi? virtuale che reale a causa della pandemia, e la parola di Dio di queste ultime domenica cis sollecita una maggiore attenzione alla tematica dell'avvento del Regno di Dio, che in questo contesto, fa' chiaro rifiemnto alla parusia. A partire dal testo del vangelo di Matteo di questa domenica XXXII del tempo ordinario, che ci offre un'altra parabola di Ges? riguardante il modo di attendere e vivere l'arrivo del Regno di Dio, si va avanti in questa riflessione e meditazione sui novissimi.

Nel brano del Vangelo, questa volta Ges? utilizza un'icona del'AT molto significativa ed ? quella delle vergini. Nel caso specifico sono 10 le vergini pronte per lo sposo, ma 5 sono classificate come stolte e 5 come sagge.

Una percentuale del 50% in positivo e altrettanta consistenza in negativo. Il racconto che Ges? ne fa ? molto preciso e ben coordinato alla scopo finale di tutta l'economia del messaggio stesso: quello della conversione e della disponibilit? interiore, quello di essere pronti e vigilanti nell'attesa della venuta del Signore.

Ma ci chiediamo perch? queste 10 vergini sono in attesa dello sposo? Perch? devono entrare con lui al banchetto nuziale e fare festa?

Uno si chiede perch? queste vergini in attesa e che vanno incontro con le lampade accese allo sposo?

Quale era la prassi al tempo di Ges?? Cerchiamo di capirne anche il contesto in cui ? stata inquadrata questa parabola sul Regno di Dio.

Rivediamo in dettaglio il testo del Vangelo di Matteo. "In quel tempo, Ges? disse ai suoi discepoli questa parabola: "Il regno dei cieli ? simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con s? olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in piccoli vasi. Poich? lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si lev? un grido: "Ecco lo sposo, andategli incontro!". Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: "Dateci del vostro olio, perch? le nostre lampade si spengono". Ma le sagge risposero: "No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene".

Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arriv? lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa.

Pi? tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: "Signore, signore, aprici!". Ma egli rispose: "In verit? vi dico: non vi conosco".

Vegliate dunque, perch? non sapete n? il giorno n? l'ora".

Le vergini che vanno incontro allo sposo era usanza presso gli antichi popoli di fare due cortei. Tutte portano le lampade che erano alimentate ad olio. Le sagge si attrezzano con piccoli contenitori di olio per alimentare le lampade; le stolte invece non ci pensano affatto.

Il ritardo dello sposo determinato il problema di fondo in questo racconto, perch? chi si era attrezzato come le cinque vergini sagge quel ritardo non incide pi? di tanto; mentre per chi non si era affatto premunito per 5 vergini stolte il ritardo costituisce un problema, questo evento non permette alle cinque vergini stolte poi di entrare, una volta chiusa la porta. Il tentativo delle stolte di chiedere aiuto, che viene a loro rifiutato dalle sagge ha una motivazione precisa: rischiavano tutte e dieci di restare al buio all'arrivo dello sposo. E' singolare il fatto che contrariamente a quanto avviene oggi che ? quasi sempre la sposa a fare ritardo, nel vangelo invece ? lo sposo a portare ritardo, chiaro riferimento a Cristo che verr? alla fine dei tempi, per giudicare i vivi e i morti.

Infine l'arrivo dello sposo l'ingresso al banchetto nuziale delle vergini prudenti e sagge in attesa di lui con le lampade accese. A questo punto la porta viene chiusa e quando arrivano le altre cinque che avevano cercato di ricuperare l'olio all'ultimo momento pur bussando insistentemente alla porta per farsi aprire, non fu permesso loro di entrare. Era troppo tardi. Non erano state previdenti n? avevano provveduto prima a correre ai ripari. Chiara denuncia del disimpegno personale nel conquistarsi un posto nel Regno dei cieli, al quale far riferimento il brano del vangelo.

La conclusione della parabola sta nell'invito del Signore a vigilare sulla nostra condotta perch? non sappiamo quando egli verr?.

Spetta a noi di stare sempre pronti e preparati per entrare nel banchetto eucaristico terreno, quello che ci fa partecipare in grazia di Dio all'eucaristia e poi a quello celeste ed eterno, al termine della nostra vita, in quanto abbiamo operato bene e ci siamo guadagnati l'ingresso e il posto al pranzo eterno dell'Agnello, perch? siamo stati attenti e vigilanti ed abbiamo messo in pratica il vangelo della carit?, sul quale verremo tutti giudicati.


L'attesa della venuta del Signore ci viene ricordata dal testo della lettera di san Paolo Apostolo ai Tessalonicesi, nella quale San Paolo ha a cuore di parlare ai cristiani di Tessalonica del futuro regno di Dio ed usa espressioni di grande sensibilit? umana, ma anche di speranza cristiana, che tutti dobbiamo alimentare nel nostro animo, specialmente in questo momento difficile per l'intera umanit?, con la pandemia ancora in corso e non in soluzione. Scrive infatti "non vogliamo lasciarvi nell'ignoranza circa quelli che sono morti, perch? non continuiate ad affliggervi come gli altri che non hanno speranza". Quanta afflizione ha invaso il nostro animo e il nostro cuore in questi mesi per i tanti morti Dio coronavirus ai quali non abbiamo potuto dare neppure l'estremo saluto. La prospettiva cristiana di fronte alla morte ? quella della fede nella risurrezione. "Noi crediamo infatti che Ges? ? morto e risuscitato; cos? anche quelli che sono morti, Dio li raduner? per mezzo di Ges? insieme con lui". Quello che ? scritto nella Bibbia ? verit? assoluta, in quanto ? parola di Dio. Ecco perch? l'Apostolo ci tiene a sottolineare che quello che sta dicendo ? basato sulla parola del Signore. Quale verit? di fede sta egli ribadendo? Eccola espressa sinteticamente e dottrinalmente in poche parole ed espressioni: "Noi che viviamo e saremo ancora in vita per la venuta del Signore, non avremo alcun vantaggio su quelli che sono morti. Perch? il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell'arcangelo e al suono della tromba di Dio, discender? dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, i vivi, i superstiti, saremo rapiti insieme con loro tra le nubi, per andare incontro al Signore nell'aria, e cos? saremo sempre con il Signore". Queste verit? di fede non solo devono aumentare ed accrescere in noi la fiducia nel Signore, morto e risorta, ma devono essere motivi per confortarci a vicenda per non abbatterci spiritualmente e moralmente di fronte alla morte e al giudizio di Dio.

Per poter concretamente realizzare questa prospettiva personale e universale di salvezza ? necessario valorizzare tutto il patrimonio sapienziale che ci porta a discernere il bene dal male, il tempo dall'eternit?, il provvisorio per il definitivo, il contingente per l'essenziale anche nella vita cristiana. La sapienza ? radiosa e indefettibile, facilmente ? contemplata da chi l'ama e trovata da chiunque la ricerca. Previene, per farsi conoscere, quanti la desiderano. Chi si leva per essa di buon mattino non faticher?, la trover? seduta alla sua porta. Riflettere su di essa ? perfezione di saggezza, chi veglia per lei sar? presto senza affanni. Essa medesima va in cerca di quanti sono degni di lei, appare loro ben disposta per le strade, va loro incontro con ogni benevolenza". Essere cercatori di sapienza vera ed eterna ? quello che ? richiesto ad ogni credente, specialmente quando i tempi sono pi? difficili, drammatici e indecifrabili come quello che stiamo vivendo da un anno.


Sia questa la nostra umile preghiera nel giorno in cui facciamo memoria della pasqua settimanale di nostro Signore: "O Dio, la tua sapienza va in cerca di quanti ne ascoltano la voce, rendici degni di partecipare al tuo banchetto e fa' che alimentiamo l'olio delle nostre lampade, perch? non si estinguano nell'attesa, ma quando tu verrai siamo pronti a correrti incontro, per entrare con te alla festa nuziale". Amen