Omelia (03-10-2001) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro è adatto per il Regno di Dio. Come vivere questa Parola? Queste e le precedenti espressioni contenute nel Vangelo di oggi possono sembrare, a tutta prima, molto dure: il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo(...), lascia che i morti seppelliscano i loro morti. Che cosa sostanzialmente ci vuol comunicare il Signore? Alla luce della vita stessa di Gesù e del suo annuncio complessivo, queste espressioni rivelano l'importanza imprescindibile di una radicalità nel seguire Gesù. E' proprio questa radicalità che libera il discepolo dall'attaccamento alle cose (non avere dove posare il capo), dalle emozioni disordinate (lasciare che i morti seppelliscano i oro morti), da ripiegamenti su se stessi e sul proprio passato e su desideri ansiosi ed egocentrati circa il futuro. Mettere mano all'aratro e non demordere, significa invece concentrarsi sull'assoluto dell'Amore di Dio e sulle conseguenti esigenze del Regno, anche se dentro un quotidiano apparentemente limitato e ripetitivo. Oggi, nel mio rientro al cuore, chiederò a Gesù di avvertire il fascino della sua Persona e della sua forte Parola. Essa infatti mi distacca e mi libera del tutto da ciò che, nell'ordito del mio quotidiano, m'impedisce di seguirLo con semplicità di cuore. La voce di una mistica contemporanea Le parole del Vangelo sono consegne semplici ma esigenti. Esse mirano a distruggere in noi le radici della corruzione, radici delle quali non arriviamo a scorgere la profondità. Magdaleine Delbrel |