Omelia (27-09-2020) |
don Roberto Seregni |
Due fratelli Ricominciamo da dove ci siamo lasciati la settimana scorsa: l'orgoglio spirituale di chi si sente giusto. Quella di oggi ? la prima di tre parabole che cercano di spiegare perch? quelli che avrebbero dovuto accogliere Ges? e il suo Vangelo, in realt? lo hanno rifiutano. Il breve testo ? costruito in modo geniale: Ges? racconta la parabola, la fa commentare ai diretti interessati e poi toglie il velo dallo specchio per far capire che si stava parlando proprio di loro. Le parole di Ges? mirano a mettere a nudo quelli che credono di essere giusti e pensano che la conversione sia per gli altri, mai per loro stessi. Proviamo a guardare un po' pi? da vicino la parabola. Il primo figlio risponde prontamente all'invito del padre, ma poi non combina niente e appende la zappa al chiodo. L'altro dice "No", ma si pente, si rimbocca le maniche e va a lavorare nella vigna. Ovviamente, e tutti siamo d'accordo su questo, ? il secondo figlio a compiere la volont? del padre. Possiamo fare due brevi sottolineature. La prima: le parole se le porta via il vento; sono i fatti, le azioni, le decisioni concrete della vita che dicono chi siamo davvero. La seconda: il secondo figlio parte con il piede sbagliato, ma ha la possibilit? di ricredersi, di ritornare sui suoi passi e ripartire. Nessuno di noi ? incatenato ai suoi sbagli, noi non siamo i nostri errori. Forse ? per questo che le prostitute e i pubblicani sorpasseranno gli scribi e i farisei. I primi si sono lasciati amare da Ges?, hanno riconosciuto il loro peccato e si sono rimboccati le maniche. Gli altri, certi di essere giusti e perfetti, sono rimasti a crogiolarsi nella loro presunzione. Coraggio cari amici, lasciamoci scalfire dalle parole di Ges?. A quale dei due fratelli assomigli? Questa parabola come pu? orientare (o riorientare) il tuo cammino di discepolo? Un abbraccio don Roberto |