Omelia (23-08-2020)
diac. Vito Calella
Umili e uniti come Pietro, corresponsabili al servizio dell'unit? del nostro papa

Umilt? e unit? in Simon Pietro.
Custodiamo nella mente e nel cuore la confessione di fede di Simon Pietro: ?Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente? (Mt 16,16). Chiediamo al Cristo, il Figlio del Dio vivente di aiutarci ad essere suoi testimoni, gioiosi di professare con parole ed azioni la fede dell'apostolo.
Ges? rimane meravigliato e dice: ?Beato te, Simone figlio di Giona, perch? n? la carne n? il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli? (Mt 16, 17). Dietro a queste parole di elogio Ges? riconosce in Simon Pietro due cose: la sua umilt? e il suo parlare in unit? con tutto il gruppo dei suoi discepoli:
L'umilt? di Pietro si era gi? manifestata quando, nella paura di affogare, aveva riconosciuto la sua poca fede e l'impossibilit? di farcela da solo a camminare sulle acque agitate del lago. Aveva implorato con la stessa supplica della donna siro fenicia che aveva cercato Ges? a causa di sua figlia malamente indemoniata. Entrambi lo avevano supplicato dicendo: ?Signore salvami? (Mt 14,30); ?Signore aiutami? (Mt 15,25). Nel dire a Pietro ?Beato te, Simone figlio di Giona, perch? n? la carne n? il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli? Ges? lo riconosce annoverato tra i piccoli della sua preghiera di lode al Padre: ?Ti benedico Padre, Signore del cielo e della terra, perch? hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelato ai piccoli. S?, o Padre, perch? cos? ? piaciuto a te!? (Mt 11, 25-26).
L'unit? con tutto il gruppo dei dodici si era gi? manifestata quando, in quello stesso episodio della traversata del lago agitato, tutti insieme avevano gi? professato la loro fede in Ges? messia dicendo: ?Tu sei veramente il Figlio di Dio? (Mt 14,33). Pietro ora dichiara nuovamente, in prima persona, l'identit? messianica di Ges? a nome e in unit? con tutti gli altri apostoli, ai quali Ges? aveva rivolto la domanda: ?E voi, chi dite che io sia?? (Mt 16, 15).
Umilt? e unit? con gli altri; piccolezza e senso di appartenenza ad un gruppo che condivide la stessa esperienza di fede: ecco i due presupposti essenziali per comprendere la propria vocazione cristiana, immedesimandoci in Pietro.
Senza umilt? non si vive la disponibilit? a consegnare tutto noi stessi, con la nostra fragilit?, per lasciare agire lo Spirito Santo in noi e realizzare cos? il progetto che il Padre ha riservato per ciascuno di noi.
Qualsiasi missione che ci viene affidata non si pu? realizzarla da solitari, ma sempre in stile sinodale, cio? camminando e collaborando insieme agli altri. Sono le stesse condizioni per far comprendere a Pietro la sua futura missione di primato in quella assemblea ecclesiale che sar? fondata per opera dello Spirito Santo dopo la morte, sepoltura e risurrezione di Ges?.
La missione del primato di Pietro nella Chiesa.
Cosa significano le parole di Ges?: ?Tu sei Pietro e su di te, come su questa pietra edificher? la mia chiesa? (Mt 16,18a)?
Nella parabola della casa costruita sulla roccia, in Mt 7,24-27, comprendiamo che la vera roccia su cui fondare sia la costruzione della casa della nostra esistenza terrena sia l'edificio ecclesiale ? la Parola del Signore: ?Chi ascolta le mie parole e le mette in pratica ? simile ad un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia? (Mt 7, 24).
La Sacra Scrittura riconosce Ges? morto in croce, sepolto e risuscitato come l'unica pietra angolare della Chiesa, paragonata ad un tempio. Richiamando il salmo 118,22 noi cristiani custodiamo l'annuncio pasquale che Ges? ? veramente ?la pietra scartata dai costruttori, divenuta testata d'angolo, una meraviglia ai nostri occhi? (cfr. Mt 21,42; At 4,11; 1Pt 2,7). Diciamo che Cristo risuscitato ? la pietra angolare della comunit? cristiana, gli apostoli sono le fondamenta, ciascuno di noi le pietre vive di questa costruzione (cfr. Ef 2,20-22; 1Pt 2,4-10). Il messia promesso come ?pietra angolare? era stato annunciato dal profeta Isaia, in contrapposizione al disastro dei signori del popolo che abitava in Gerusalemme. In Is 28,15 il profeta si scaglia contro i signori arroganti, dicendo: ?Voi dite: "Abbiamo concluso una alleanza con la morte e con gli inferi abbiamo fatto lega; il flagello distruttore passer?, non ci raggiunger?, perch? ci siamo fatti della menzogna un rifugio e nella falsit? ci siamo nascosti"?. Poi Isaia fa l'annuncio profetico, che noi cristiani contempliamo realizzato in Cristo risuscitato: ?Ecco, io pongo una pietra in Sion, una pietra scelta, angolare, preziosa, saldamente fondata: chi crede non vaciller?. Io porr? il diritto come misura e la giustizia come una livella? (Is 28,16-17a). L'oracolo annuncia infine la scomparsa degli arroganti (cfr. Is 28,17b-20).
Ecco dunque la prima interpretazione.
Alla luce di questi altri riferimenti biblici, la ?pietra? di cui parla Ges?, sulla quale costruir? la sua Chiesa, riferendosi al nome di ?Pietro?, ? la pietra salda e sicura della confessione di Pietro, che annuncia Ges? morto in croce come Signore risuscitato, vero Dio, Figlio unito al Padre nello Spirito Santo. ?Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente? (Mt 16,16). La confessione di fede fatta da Pietro riguardo alla vera identit? messianica di Ges? d? fondamento e senso all'esserci della Chiesa. Cio? la presenza di ogni comunit? cristiana inserita nella storia dell'umanit? si giustifica solo per annunciare al mondo la signoria di Cristo. Egli ? messia redentore, compimento delle promesse dell'Antico Testamento ed ? il rivelatore della misericordia del Padre. La missione che abbiamo tutti insieme come Chiesa non ? facile. Ci sono purtroppo tante persone che ancora oggi fanno alleanza con le potenze degli inferi, con forze mortifere, disprezzando la nuova ed eterna alleanza donata dal Padre per mezzo del Figlio. Ci consolano per? le parole di Ges?: ?Tu sei Pietro e su questa pietra edificher? la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa? (Mt 16,18). Alla luce della profezia di Isaia 28,16-20 tutti coloro che scelgono altre alleanze, paragonate ad un patto con il regno dei morti, sperimenteranno il fallimento della loro scelta.
Viene poi la seconda interpretazione.
A partire dalla confessione di Pietro accolta nel Vangelo di oggi, Ges? gli annuncia che diventer? visibilmente "pietra" o "roccia" dell'invisibile "pietra" o "roccia" che ? lui stesso, il Signore risuscitato, una volta portato a compimento l'evento pasquale. Pietro appare come un masso roccioso, messo come a fondamento, Ges? come il costruttore. Le parole di fede di Pietro segnano l'inizio della sua missione nella storia della salvezza: essere il primo fra i dodici apostoli. Il suo martirio nella citt? di Roma far? del vescovo di questa citt? il successore dell'apostolo Pietro nella missione di essere segno visibile di Cristo capo della Chiesa. Ogni papa si presenta visibilmente come servitore di Cristo, capo invisibile della Chiesa!
Preghiamo oggi in modo pi? intenso ricordando la missione pastorale del nostro vicario di Cristo, papa Francesco. Contemplare Pietro e i suoi successori come "roccia" non significa che il papa ? un superman. Significa che la roccia sicura sulla quale egli deve garantire la stabilit? della Chiesa inserita nel mondo ? la roccia dell'unit?, la roccia della comunione. L'unit? di tutti i credenti non viene garantita quando ciascuno vive la sua esperienza di fede in maniera individualista, interpretando a suo piacere le verit? sul mistero di Dio e gli orientamenti della sua vita morale. Ciascuno di noi ? chiamato a riconoscere che Pietro a capo dei dodici apostoli e i suoi successori a capo del collegio episcopale sono stati insigniti della responsabilit? di garantire l'unit? della Chiesa nel corso della storia vigilando in modo sinodale affinch? tutti noi credenti professiamo le stesse verit? e diamo testimonianza di un unico stile di vita morale tipicamente cristiano, tessitore cio? di relazioni di gratuit?.
Il simbolo delle chiavi, gi? usato dal profeta Isaia per indicare il servizio di maggiordomo del re, sottratto a Sebna e conferito a Eliakim (cfr. prima lettura di Is 22, 19-23), sta ad indicare la responsabilit? del papa, successore di Pietro, di definire chi ? in piena comunione ecclesiale e chi fatica ancora ad farne parte, agendo in comunione con il suo collegio episcopale. Infatti Ges? dice a Pietro: ?A te dar? le chiavi del regno dei cieli? (Mt 16,19a).
Poi Ges? usa il linguaggio rabbinico del legare - sciogliere: ?Ci? che legherai sulla terra sar? legato nei cieli? (Mt 16, 19b). Le stesse parole saranno rivolte da Ges? a tutta la comunit? dei dodici apostoli nel contesto dell'insegnamento sulla correzione fraterna: ?In verit? vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sar? legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sar? sciolto anche in cielo? (Mt 18,18). Il legare e lo sciogliere continua ad essere esercitato dal papa in comunione con il suo collegio episcopale, e dai vescovi in comunione con i loro presbiteri e in collaborazione con i loro diaconi su due fronti: quello dottrinale e quello morale. ? responsabilit? di tutti i ministri ordinati, vescovi, presbiteri e diaconi, ciascuno al proprio posto, fare in modo che tutti i credenti proclamino autenticamente la loro fede, contro il pericolo costante di deviazioni eretiche e di miscugli interpretativi (sincretismo religioso). I nostri ministri ordinati, vescovi, presbiteri e diaconi, in ogni Chiesa locale Diocesana, sono consacrati per aiutare tutti i credenti iniziati alla vita cristiana mediante i sacramenti del battesimo, cresima ed eucaristia, a dare testimonianza di autentica vita cristiana contro il pericolo costante di deviazioni derivanti dal contesto culturale.
Il ministero sacerdotale del legare e sciogliere, esercitato dai vescovi e dai loro presbiteri si manifesta in modo significativo mediante il sacramento della riconciliazione, obbedendo all'invio del Cristo risuscitato: ?Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi? (Gv 20, 22b-23).
Il ministero diaconale del legare e sciogliere, esercitato dai diaconi, si manifesta in modo significativo mediante il sacramento eucaristico che trova il suo compimento nel servire Cristo presente nella carne dei poveri: dare da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, vestire i nudi, ospitare i forestieri e migranti, visitare gli ammalati e i carcerati. Farlo o non farle diventa discriminante sull'essere legati eternamente a Cristo re dell'universo o essere eternamente separati da Lui(cfr. Mt 25, 31-46).
Esprimiamo dunque la nostra gratitudine per tutti i nostri ministri ordinati, vescovi, presbiteri e diaconi, i quali, tutti in comunione con il nostro papa Francesco, sono a servizio dell'unit? e di quella vera comunione d'amore che unisce gi? qui ed ora, eternamente, terra e cielo.