Omelia (29-09-2001)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
E' stato precipitato l'accusatore: essi lo hanno vinto per mezzo del sangue dell'Agnello e grazie alla testimonianza del loro martirio; poiché hanno disprezzato la vita fino a morire. Ap. 12, 10-11

Come vivere questa Parola?
La festa dei Santi Arcangeli, nelle liturgia, è la festa della vittoria sul "serpente antico", sul male: essa è avvenuta "per mezzo del sangue dell'Agnello", ossia di Gesù, e per mezzo del sangue dei martiri. Il male è vinto grazie al martirio di Gesù e dei Santi: perché il martirio, il sangue versato, la vita donata, è la massima testimonianza (in greco, appunto, "martyrion") dell'amore. Il male è vinto dall'amore, solo dall'amore, e Gesù stesso ci ha insegnato che "nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici"(Gv. 15,13). Il tema del martirio è quanto mai scottante in questi giorni: infatti anche i terroristi suicidi dello scorso 11 settembre, agli occhi dei fondamentalisti islamici (che, certo, sono tutt'altra cosa dai veri Islamici), appaiono come martiri. Ma quale differenza! Quei terroristi sono martiri che danno la vita per procurare morte: i martiri di cui parla l'Apocalisse, invece, danno la vita per vincere la morte, per dare ad altri la vita. Il martirio, certo, è una follia: ma può essere una follia d'odio, come l'11settembre scorso, o una follia d'amore, come in Gesù e in ogni vero martire dopo di Lui. Dio è amore folle per l'uomo: questo è l'annuncio portato da Gesù, dagli Arcangeli, da ogni martire. In questo senso va intesa la descrizione che Daniele (la prima lettura che i liturgisti propongono in alternativa all'Apocalisse) dà del "vegliardo", ossia di Dio (Dn.7,9): essa è un misto di bianco e di rosso, di acqua e di fuoco, suggestivamente sovrapposti infine in un "fiume di fuoco". Dio è l'acqua viva che disseta, l'acqua della vita, ed è fuoco, fiamma d'amore.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiederò di essere immerso in tanto amore; insieme alla sposa del Cantico, verbalizzerò: "

Le grandi acque non possono spegnere l'amore: le sue vampe sono sempre di fuoco, una fiamma del Signore! Mettimi come sigillo sul tuo cuore. (cfr. Ct. 8,6-7).

La voce di un Padre della Chiesa
E' una bella cosa la magnanimità, e ce lo testimonia Gesù, il quale rifiutò di inviare le legioni degli angeli contro coloro che si sollevarono contro di Lui e Lo condannarono. Così in seguito anche Stefano, il discepolo di Cristo, levò la sua preghiera per coloro che lo lapidavano.
Gregorio di Nazianzio