Omelia (23-09-2001) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento Matteo 20,1-16 Dalla Parola del giorno Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché quand'essa verrà a mancare vi accolgano nelle dimore eterne. Come vivere questa Parola? Nella parabola, Gesù parla di un amministratore che è disonesto ma astuto. Il Signore non è affatto d'accordo con la sua disonestà ma ne sottolinea la furbizia. E sembra vederlo scuotere, forse, il capo mentre osserva: " I figli di questo mondo verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce". In che cosa consiste la positività dell'amministratore disonesto che chiama i vari debitori del padrone e dimezza o condona i loro debiti? Qual è la chiave di lettura di un'azione in sé riprovevole? Tutto è centrato sul denaro e sulla ricchezza che, secondo il chiaro insegnamento di Gesù, sono un'ostacolo di per sé insuperabile nei confronti dell'entrata nel Regno di Dio: "E' più facile che un cammello passi per la cruna dell'ago che un ricco entri nel Regno". Anche l'altra affermazione di Gesù è inequivocabile: "Non si può servire Dio e il denaro". Questo denaro Gesù lo chiama disonesto perché troppo spesso, accumulato nelle mani di pochi, diventa un idolo che essi servono calpestando e affamando molti. Quale la via d'uscita, la santa scaltrezza! Se il denaro viene solo amministrato e non avidamente posseduto, se viene amministrato condividendolo con chi ha bisogno per vivere, allora chi agisce così si fa degli amici che, al termine di questa vita, lo faranno entrare in cielo. Oggi, nel mio rientro al cuore, chiederò non solo il vero distacco da ogni ricchezza, ma la forza e la luce sul modo di mettere a frutto ogni mio bene: forza fisica, intelligenza, cultura, tempo, affettività, roba e denaro. Verbalizzerò: "Che tutto sia immolato nell'amore, che tutto diventi espressione d'amore: ricchezza tua per il bene di tutti, Signore". La voce di un grande pensatore del XX secolo Non si può dividere la propria vita tra una relazione reale con Dio e un rapporto irreale ed egoistico con il mondo, pregare veramente Dio e utilizzare egoisticamente il mondo. Chi conosce il mondo solo come utilizzazione egoistica, non diversamente conosce Dio. E' lui il vero senza Dio. Martin Buber |