Omelia (10-09-2005) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori e di questi il primo sono io. Come vivere questa Parola? Quello che San Paolo proclama circa la venuta di Gesù a salvare i peccatori, non è altro che quanto il Signore stes-so aveva proclamato a Zaccheo che l'aveva accolto, con gioia, a casa sua. Ma qui c'è un particolare molto interessante. L'apostolo dichiara che dei peccatori egli è il capofila. Un'asserzione che lo colloca al posto suo, con quell'umiltà che altro non è se non verità. Notiamo che il verbo è al presente: "sono", e non "sono stato"! il che sottolinea quanto Paolo avverta il peccato come una realtà intrinseca alla sua vita, di cui egli si libera di continuo ma non per capacità sua. Si tratta della vittoria dell'infinita, continua misericordia di Dio. Ed eccoci a quello che ora ci riguarda. Se al "primo dei peccatori" è stato usato misericordia, ci sarà qualcuno, che pur gravato da molte colpe potrà diffidare del perdono di Dio e disperare della sua misericordia? Proprio questo è importante, in un cammino spirituale: "tenersi all'inferno" come diceva Silvano del Monte Athos, cioè avere una viva consapevolezza del proprio essere uomo/donna tutt'altro che immune dal peccato, e nello stesso tempo non cessare mai di confidare nella misericordia di Dio. Oggi, nel mio rientro al cuore prenderò piena consapevolezza della mia identità di "peccatore"; e nello stesso tempo, chiederò allo Spirito Santo di avere una continua percezione, nella Fede, d'essere raggiunto dall'infinita misericordia di Dio. Signore Gesù, che hai tanto amato da voler assumere tutto il bagaglio del peccato dell'uomo, (anche la mia personale propensione a peccare), donami un acutissimo senso della Tua misericordia. Che mi riconosca peccatore, ma nello stesso tempo, fuori da ogni superficialità spirituale e atteggiamento secolarista, mi aggrappi alla Tua misericordia come all'unica vera salvezza. La voce di un grande pensatore del XX secolo Se ci curassimo della riforma del nostro uomo interiore convinti del nostro peccato e più convinti ancora della misericordia di Dio, fiorirebbero giuste e caritatevole relazione tra noi. Miguel De Unamuno |