Pastori senza gregge e senza pecore
La quarta domenica di Pasqua liturgicamente ? dedicata alla figura del Buon Pastore, con evidente invito a quanti il Signore ha chiamato nella vita sacerdotale a mettersi a servizio del popolo di Dio con la generosit?, la dedizione e il sacrificio della propria vita. Mai, nella storia della cristianit?, come in questo periodo della pandemia i pastori per norme di carattere sanitario sono stati privati del gregge e delle pecorelle affidate alla loro cura pastorale.
Da due mesi in Italia i pastori sono apostoli ed evangelizzati mediatici e virtuali, tamponando solo in parte quella esigenza fondamentale di ogni gregge e di ogni pecora nel senso evangelico di farsi guidare dal proprio pastore ed ascoltarne la voce e il richiamo.
Speriamo che questa drammatica situazione possa essere sanata per due ragioni fondamentali: la prima perch? l'epidemia ? scomparsa del tutto e seconda perch? tutti i credenti di tutte le religioni hanno diritto di esprimere in privato e in pubblico la loro fede, senza limitazioni, ma nel rispetto delle norme sanitarie e di quella saggia gestione dei luoghi di culto, che sempre hanno segnato la storia del popolo italiano. Pastori senza gregge, ma comunque vicini e accompagnati dall'unico vero pastore che ? Cristo Signore.
Nel vangelo di Giovanni, domenica ancora senza messe con i fedeli e con le chiese chiuse, risulta di grande conforto quello che Ges? dice di se stesso, evidenziando la sua missione del buon pastore che si prende cura delle sue pecore, che le conosce ad una una e le chiama per nome. Ges? mette in guardia da quanti sono ladri e briganti perch? si approfittano del gregge, se ne servono di esso, ma non lo servono affatto. Infatti, ricorda Ges? che "chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un'altra parte, ? un ladro e un brigante".
Il vero pastore entra dalla porta, non si approfitta del gregge, ma si mette a suo servizio con la collaborazione anche di altre figure, che qui vengono indicate nel "guardiano". Questi al pastore legittimo gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perch? conoscono la sua voce".
In netta opposizione a questa figura rassicurante e rasserenante nel legittimo pastore fa da contrasto l'estraneo, che non verr? seguito, anzi le pecore fuggiranno via da lui, perch? non conoscono la voce degli estranei.
La parabola detta da Ges? non fu capita dai suoi ascoltatori. E siccome le cose ripetute giovano alla comprensione del testo, del linguaggio, del pensiero e anche delle norme, Ges? disse loro di nuovo a loro: ?In verit?, in verit? io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, e si riferisce ai falsi profeti e salvatori, quelli che avevano promesso mari e monti, sono ladri e briganti. Il popolo che ? saggio non li hanno ascoltati. La scena cambia proprio con Ges? che si definisce la porta di ingresso in questo meraviglioso gregge che ? la Chiesa, ? il popolo dei redenti e dei salvati. Se uno, allora, entra attraverso di Cristo in questo gregge, sar? salvato. Da questo incontro con Cristo nella fede, ogni persona che aderisce a Cristo entra nel Regno, esce per evangelizzare e diffonderlo e trover? anche il pascolo per seminare e per raccogliere i frutto. Al di fuori di Cristo si ? ladri nel vero senso del termine del gregge. E Ges? ricorda a tutti chi ? un ladro. Egli non viene se non per rubare, uccidere e distruggere. E si riferisce a quanti nella storia del popolo eletto e dell'umanit? hanno approfittato dei loro ruoli e delle loro funzioni per sfruttare e approfittare. Ges?, invece ? venuto perch? tutti abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza. Quella vita della grazia al gaudio della felicit? eterna.
Per comunicare questa vita ? necessario essere operativi nel campo dell'evangelizzazione, come ci ricorda la prima lettura di oggi, tratta dagli Atti degli Apostoli che nel giorno di Pentecoste, il capo degli apostoli, Pietro, con gli Undici si alz? in piedi e a voce alta parl? cos?: ?Sappia con certezza tutta la casa d'Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Ges? che voi avete crocifisso?. Il primo fondamentale annuncio ? che Cristo ? il Salvatore. La risposta alla predicazione di Pietro ? che le persone che lo ascoltavano si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: ?Che cosa dobbiamo fare, fratelli??. E Pietro entra nel vivo della trasmissione del messaggio cristiano di sempre e disse senza mezzi termini: ?Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Ges? Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo". Conversione, Battesimo e Cresima sono i sacramenti della vita iniziazione cristiana che in questo tempo di pandemia non vengono ammaestrati per disposizione dell'autorit? sanitaria. Pietro non si limita nel suo parlare, anzi con molte altre parole rendeva testimonianza ed esortava la gente a seguire la strada del Vangelo, mettendo in risalto la situazione del mondo di allora, come quello di oggi: ?Salvatevi da questa generazione perversa!?. Salvarsi dalla perversione e dalla corruzione, dal degrado morale e dai forma di peccato, accogliendo la parola di Dio e facendosi battezzare. E per chi ? gi? battezzato rivitalizzare il battesimo alla luce del mistero della Pasqua Cristo.
Cosa che ci viene ricordata e ripetuta ancora una volta nel brano della seconda lettura di oggi, tratta dalla prima lettera di san Pietro apostolo: Ges? port? i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perch?, non vivendo pi? per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti. Eravate erranti come pecore, ma ora siete stati ricondotti al pastore e custode delle vostre anime".
Ricordare e fare memoria di chi si ? nella sostanza, cio? figli di Dio se, ci porta alla consapevolezza che facendo il bene, sopporteremo con pazienza la sofferenza. E ci? sar? gradito davanti a Dio. A questo siamo stati chiamati, perch? anche Cristo pat? per voi, lasciandovi un esempio, perch? ne seguiate le orme: egli non commise peccato e non si trov? inganno sulla sua bocca; insultato, non rispondeva con insulti, maltrattato, non minacciava vendetta, ma si affidava a colui che giudica con giustizia.
Quale messaggio migliore pu? venire oggi, nel contesto dell'epidemia, a noi cristiani: Cristo maltrattato ed ucciso, i cristiani maltrattati e non rispettati nelle loro legittime esigenze di pregare e di celebrare. Il Signore sa, il Signore pu?, il Signore prima o poi arriver? a giudicare con giustizia questo generazione perversa e cattiva, lontana da Dio, lontana della fede e lontana soprattutto dal rispetto di ogni fratello. Sia questa la nostra preghiera oggi:
O Ges? Buon Pastore
Preghiera di Papa Paolo VI, Santo
O Ges?, divino Pastore,
che hai chiamato gli Apostoli
per farne pescatori di uomini,
attrai a te cuori ardenti e generosi di giovani,
per renderli tuoi discepoli e tuoi ministri.
Tu, o Signore, sempre vivo a intercedere per noi,
dischiudi gli orizzonti del mondo intero,
ove la silenziosa e sofferta supplica
di tanti fratelli e sorelle
chiede luce di Fede e benedizione di Speranza.
Rispondendo alla tua chiamata,
possano essere sale della terra
e luce del mondo,
per annunciare la vita buona del Vangelo.
Estendi, o Signore, la tua amorosa chiamata
a tanti cuori disponibili e generosi;
infondi loro il desiderio
della perfezione evangelica
e la dedizione al servizio della Chiesa
e dei fratelli. Amen