Omelia (09-04-2020) |
don Roberto Seregni |
Desiderio di novità Quest'anno dobbiamo celebrare la Pasqua senza staccare gli occhi dalla Croce e da tutti i crocifissi piantati nel cuore della terra. Pensavamo di essere potenti, di avere tutto sotto controllo, di essere liberi e autonomi e un microscopico virus ci ha messo in ginocchio. Uno starnuto ha sbriciolato il monte Everest. Polvere siamo e polvere ritorneremo. Siamo foglie d'autunno che danzano nel vento e sperano di non cadere. La parola Pasqua significa passaggio. Il popolo d'Israele celebra il passaggio del Mar Rosso, dalla schiavitù alla libertà, dall'Egitto alla terra promessa; ma deve camminare per quarant'anni nel deserto e fare i conti con tutte le fragilità e povertà radicate nel cuore dell'uomo prima di sporcarsi i piedi con la terra che il Signore aveva promesso. La Chiesa celebra il passaggio dalla morte alla vita, è la vittoria di Gesù: la vita donata per amore fermenta il mosto del vino della nuova alleanza e fa esplodere il sepolcro diffondendo l'aroma e il profumo di Cristo Risorto, l'uomo nuovo. La sua nuda solitudine crocifissa si trasforma in un grido di vita che fa vibrare le colonne dell'universo. È il vagito della nuova creazione. Celebrare la Pasqua è vivere questo desiderio di novità. La resurrezione di Gesù non è una rianimazione, non è un ritorno alla vita di prima, ma un passo avanti. È per questo che molti non lo riconoscono e lo scambiano per un giardiniere o per un semplice pellegrino. È lui o non è lui? É lui e non è lui. Gesù non torna alla vita, Gesù risorge. É tutta un'altra cosa. Bene: adesso tocca a te. Cosa vuoi fare dopo questa quarantena? Vuoi ritornare alla normalità o vuoi iniziare a vivere? Vuoi che tutto sia come prima o vuoi provare a trasformare casa tua in un laboratorio di resurrezione? Vuoi tornare a spolverare il tuo sepolcro o vuoi sperimentare il brivido della vita nuova che Gesù ci regalato? Vuoi brindare alla Pasqua con l'acqua tiepida della mediocrità o con un calice di vino della nuova alleanza? Buona Pasqua Don Roberto Seregni |