Commento su Matteo 11,2-11
"Sei Tu quello che deve venire, o dobbiamo aspettare un altro?"
Giovanni Battista, dal carcere, rivolge questa domanda a Gesù. Può essere rivolta con tono di speranza, ma anche di disappunto, di rimprovero. Forse Giovanni Battista è deluso o pensa di avere sbagliato persona indicando Gesù come Messia.
Aveva capito che il Messia doveva venire, che Il Signore doveva mandarlo perché tante cose non andavano bene. Vedeva tante ingiustizie e anche tanti peccatori, e pensava che il Messia sarebbe venuto a rimettere ordine facendo giustizia ai buoni e punendo i peccatori.
Facciamo fatica a capire la risposta di Gesù perché per noi, oggi, i ciechi, gli zoppi, i lebbrosi, i sordi, non sono peccatori, mentre al tempo di Gesù erano considerati tali. Ma proviamo a sostituirli con politici corrotti, preti pedofili, violentatori, assassini, scassinatori, truffatori e tutto ciò che più ci rabbrividisce. Quelli che secondo noi, anche Dio dovrebbe punire e fulminare. Così capiamo lo scandalo e il disappunto di Giovanni Battista.
Gesù lo capisce, e non lo rimprovera. Semplicemente gli spiega, con degli esempi concreti, che Lui non è venuto a punire ma a salvare; a salvare tutti, anche quelli che io considero da non salvare o insalvabili. Lo fa andandogli incontro e amandoli perché riesce a vedere in loro dei figli di Dio, e non solo dei disgraziati.
Questo Dio misericordioso scandalizza, mentre quello che punisce intimorisce non scandalizza, perché è come noi.
Capito questo, anche io devo pormi questa domanda: "Sei Tu quello che voglio che venga, o preferisco aspettare un altro? Per esempio un dittatore che rimetta tutto a posto? A quale Vangelo, a quale Buona Notizia decido di aderire?"