| Omelia (24-11-2019) |
| padre Antonio Rungi |
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Nella Croce la regalità di Cristo e il suo amore per noi E' questa l'ultima domenica dell'anno liturgico 2018-2019, la XXXIV del tempo ordinario (Ciclo C) e come tale è una domenica di sintesi del cammino fatto e di riflessione sulla solennità odierna di Cristo Re dell'universo. Nel brano del Vangelo, la regalità di Cristo è incentrata sul Golgota e nella Passione e Morte del Signore. L'evangelista Luca nel racconto della passione di Cristo, si concentra proprio sulla sua regalità, riportando non solo le espressioni della gente che era presente sul Golgota, ma anche su quella sintetica iscrizione fissata sul capo del condannato, in cui la motivazione era indicata nella sentenza: «Costui è il re dei Giudei». Una regalità che diventa misericordia, perdono e riconciliazione per tutti, in quanto Gesù morto in croce, non è solo l'innocente per eccellenza, ma è il Figlio di Dio che si dona al Padre, in riscatto di tutti i nostri peccati e quelli del mondo intero. Ecco perché l'evangelista Luca, continua il suo racconto della morte in croce di Gesù con il dialogo che intercorre tra i due malfattori, crocifissi insieme a Gesù sul Golgota. Uno lo insultava, l'altro gli chiedeva misericordia e perdono. Al primo Gesù non replica, non risponde, gli concede il tempo necessario per la conversione, per il ripensamento e per il pentimento, essendo, ormai, alla fine della sua problematica esistenza, fatta di devianza nel comportamento. All'altro, a colui che si è pentito, Gesù risponde con la tenerezza del cuore di un Dio misericordioso, che proprio mentre sta per morire dice parole consolanti per quanti credono nell'eternità e nella misericordia infinita di Dio: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso». La regalità di Cristo consiste nell'assicurare a ciascuno di noi un posto nel suo regno, Un regno non di questa terra, ma quello del cielo. Per la conquista di questo regno, già su questa terra, bisogna lottare e soffrire, come hanno fatto tanti martiri della storia del cristianesimo. Avendo lo sguardo fisso in Gesù, che "sacrificando se stesso immacolata vittima di pace sull'altare della Croce, operò il mistero dell'umana redenzione", noi possiamo camminare verso la gioia eterna di questo Regno di Cristo, in poche parole verso il paradiso, al quale tutti aspiriamo di giungere, dopo aver contribuito ad estendere il suo regno quaggiù, che Gesù stesso è venuto ad instaurare ed inaugurare, nel quale si affermi la giustizia, la pace, la carità, la verità, l'amore, la vita, la grazia, la santità. Si tratta di camminare nella valle di lacrime, portando gioia e speranza, amore e carità, come abbiamo fatto nel corso di questo anno liturgico, riflettendo sulla parola di Dio e soprattutto mettendola in pratica. E' un cammino di amore quello che facciamo con la celebrazione e lo svolgimento dell'anno liturgico, che è una vera miniera di grazia e benedizione per quanti vogliono seriamente pensare alla salvezza della propria anima, che, poi, è la cosa più importante della nostra vita, rispetto a quanti si affaticano per conquistare altri beni, che non hanno valenza davanti al Re dei cieli.
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