Omelia (17-10-2003)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
«Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete, voi valete più di molti passeri».

Come vivere questa Parola?
Un paragone suggestivo e tenerissimo, un'affermazione che spreme consolazione e coraggio per quanti credono alla parola di Gesù. Egli ha parlato in questo modo davanti a una folla talmente numerosa che gli ascoltatori "si calpestavano a vicenda". Era arrivato al cuore del suo insegnamento che è la rivelazione della tenerezza infinita del Padre: del suo volere tutti salvi. Però era partito da un atto di verità tutt'altro che indolore: quello di "scoprire" sul volto dei suoi ascoltatori la maschera e buttarla all'aria senza inutili riguardi. "Guardatevi dal lievito dei farisei che è l'ipocrisia", aveva detto. E non è difficile immaginare la reazione di molti che lì, in mezzo alla folla, si sono sentiti pungere nel vivo della loro inautenticità. Questa volta e tutte le altre volte che prese a fustigare le bugie esistenziali del voler sembrare quel che non si è, Gesù ha in certo senso fabbricato, pezzo per pezzo, la sua condanna a morte. Senza ritrarsene mai! Eppure quanta luce anche solo in questa semplice pericope di oggi. Il Signore ci mette sull'avviso: la tentazione di correre dietro ciò che "scintilla" e non è, ecco il pericolo mortale della nostra pace. Perché è questo falso scintillio che c'impedisce di accogliere nel profondo, l'unica verità che conta: sapersi amati.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiedo al Signore di liberarmi da ogni smania di "apparire" per imparare a "essere" semplicemente quello che sono: una creatura infinitamente amata, a cui l'Amore del Padre Celeste tiene a tal punto che sono dentro la rete della sua Provvidenza e niente mai (se io non lo voglio con deliberata volontà malvagia), niente assolutamente può farmi del male: né oggi né mai!

Signore, perfino i passeri del cielo tu guardi con tenero interesse. Fammi vivere la certezza che tanto più guardi a me; ma – ti prego – fammi" vero", semplice, leale, sincero in Te!

La voce di una mistica della XX° secolo
Vorrei, Signore, perdermi nel tuo seno, come una goccia d'acqua in un immenso mare; distruggi in me ciò che non è divino, perché la mia anima, libera, nel tuo essere si slanci.
Elisabetta della Trinità