Omelia (08-09-2019) |
don Luciano Cantini |
La libertà della croce Se uno viene a me Cosa spinge, verso Gesù, le folle del suo tempo e gli uomini e le donne di oggi? È quasi impossibile dirlo perché tante sono le teste e i cuori, molteplici le volontà, i desideri, le aspirazioni. Ognuno ha le sue motivazioni, la sua storia, ognuno interroghi se stesso... La folla segue Gesù perché gli conviene: quando vede i miracoli, quando Gesù distribuisce i pani..., Cristo serve per soddisfare un bisogno, foss'anche un bisogno religioso. Così al centro delle nostre attenzioni ci siamo noi e i nostri bisogni; invece è il Signore che ci offre delle "condizioni", dei parametri di valutazione, un "metro" che serva a ciascuno per fare le proprie considerazioni. Le espressioni di Gesù sono certamente esigenti, dure, di grande forza emotiva; Gesù non si entusiasma per le masse non è dipendente dal consenso, dal numero, dai sondaggi. La logica del vangelo è tutta centrata sull'amore ma, per non rimanere scandalizzati o perplessi, dobbiamo tener presente che per quanto il vangelo di Luca sia scritto in greco il suo linguaggio è molto vicino all'aramaico e l'ebraico che non conoscono il "comparativo": più di quanto. Non si tratta di comparare due amori nella quantità o nella qualità. La nostra traduzione non rende ragione al testo greco ben più incisivo: Luca usa la parola "odiare" che tende a proporre una forma semitica di abbandono. Non abbandonare i propri genitori, la propria famiglia al proprio destino quanto superare quei legami rappresentati dalla famiglia per un amore ed una dedizione universale come quella di Cristo. Chi va a Gesù deve essere totalmente libero, sciolto da ogni legame interiore ed esteriore che gli impedisca di amare lui in modo assoluto e universale. Occorre rompere i ponti con il proprio passato, non possiamo essere tirati di qua e di là; non si possono servire due padroni a un tempo (cfr. Lc 16,13). Il discepolo è colui che sceglie e, proprio perché sceglie, sa rinunciare perfino alla propria vita. Il senso di appartenenza al una famiglia (una nazione, o un partito, una religione, o semplicemente a una tifoseria) affatica il pensiero e il cuore, non permette di vedere oltre, di entrare in relazione con chi è altro da me. I legami di sangue, la nostra origine diventano un peso per raggiungere l'universalità (la cattolicità); Gesù ci chiede la libertà che deriva dalla rottura di tutti i nostri vincoli. Seguire Gesù non appaga le nostre necessità o i nostri bisogni piuttosto mette a disposizione la nostra vita per quella degli altri.
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