Omelia (18-08-2019)
Gaetano Salvati
Commento su Luca 12,49-53

La vicenda storica del Figlio di Dio, fatto carne, illumina il nostro cammino cristiano nel mondo. Il Signore è "angosciato" finché non opera la volontà del Padre. Ma, cos'è questa determinazione divina per noi; in che consiste? È il battesimo cui accenna il maestro, cioè l'immersione totale, esclusiva, dell'umanità nel seno della Trinità. Nel sacrificio della croce, ogni uomo è inserito nelle dinamiche del Dio Uno e Trino: diviene figlio, creatura capace (perché immersa in Lui) di rispondere alla Sua chiamata e di pregarlo. Questa sintonia, fra Dio che interpella e l'uomo che, liberamente, corrisponde, genera la Chiesa: comunità radunata per testimoniare a ciascuno l'amore dell'origine, causa e sorgente di tutte le azioni d'amore dell'uomo. Le parole dure del Signore, il fuoco e l'apparente distacco di Gesù dalla pace, vogliono farci riflettere, in questo senso, che Dio scardina ogni nostra concezione che noi possiamo avere di Lui. Il Signore non si lascia imbrigliare da ciò che noi pensiamo di Lui, né si fa condizionare dalle necessità. È il Dio che si muove per la nostra salvezza, a prescindere dai nostri giudizi. Ma il Signore della storia non vuole cristiani schiavi. L'autore della Lettera agli Ebrei afferma che è necessario porre lo sguardo su Gesù, la vera pace, concreta ed incarnata in tutte le situazioni di sofferenza, quella che dona la speranza ai bisognosi. Gesù, quindi, è il maestro di pace, l'assoluta certezza di un oggi trasformato dalla Sua presenza. In Lui, la Chiesa è in pace e dona la pace, abitata dalla Trinità. Amen