Omelia (11-08-2019) |
fr. Massimo Rossi |
"Dov'è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore". Avremmo il coraggio di confessare chi, o che cosa portiamo nel cuore? per chi, o per che cosa riserviamo un posticino o un posticione del nostro cuore?...e non c'è verso di togliercelo da lì! ormai ci è entrato, e lì resterà per sempre... Intendiamoci, mica è sempre un peccato! anzi, talvolta - o forse sempre? - non c'è peccato... "Al cuor non si comanda!" dice il proverbio... La responsabilità comincia quando intelletto e volontà si allineano, per così dire, al cuore e lo assecondano in tutto e per tutto. Allora sì, che si pone la questione se il cuore e tutto il resto siano allineati con la fede, oppure vadano in direzione contraria alla fede. Per chi non lo avesse capito, il criterio di discernimento del bene è la fede, e non il principio del piacere. Quante volte si pensa sia amore e invece è soltanto piacere! Beh, almeno noi non siamo di quelli che, dovendo scegliere tra una partita di calcio e la Messa, tra un allenamento sportivo e la Messa, tra una gita in montagna e la Messa, tra una pedalata in bici con gli amici e la Messa, tra un viaggio in Paesi musulmani e la Messa,... scelgono la partita, l'allenamento, la gita, la bici, il viaggio e rinunciano alla Messa. Perché chi rinuncia alla Messa certamente non ama Cristo sopra ogni cosa e sopra ogni amore! Ma, ripeto, non è il caso nostro... E non siamo neanche di quelli che accettano di condividere il resto della loro vita con un partner, sapendo fin dall'inizio, che non crede in Cristo, o se pure dichiara di crederci, diserta abitualmente le riunioni domenicali, non manifesta alcun interesse a pregare in casa, o a partecipare ad un incontro a tematica religiosa, e ci litiga pure sopra. Neanche costoro amano il Signore più di tutto e più di tutti... Ironia a parte, oggi dobbiamo fare i conti con una delle pagine più dure del Vangelo di Luca: anche se il terzo evangelista è il più moderato tra i sinottici e cerca di ammorbidire i toni, facendo risaltare la misericordia di Dio, piuttosto che la severità del giudizio, (Luca) non può tagliare via dal Vangelo gli insegnamenti più radicali di Gesù, per amor del quieto vivere; sarebbe disonesto. Ascoltando le parole di Gesù, è inevitabile che Pietro, a nome dei Dodici, reagisca: "Signore, questa parabola la dici per noi, o anche per tutti?", che significa: questo insegnamento, la questione cosiddetta del "cuore indiviso", riguarda solo preti, frati e suore, oppure anche i laici? Il Maestro di Nazareth non risponde e tira dritto; o, meglio: non risponde in forma esplicita, ma risponde con il suo insegnamento, il quale interessa e coinvolge tutti i battezzati, mettendo sotto giudizio il comportamento morale, e discriminando tra vita cristiana reale, o per scelta, e vita cristiana formale, o per appartenenza. In altre parole, non basta essere iscritti nel registro dei battezzati per essere veri cristiani! Cari amici, diciamo la verità: è fin troppo facile alzare la voce contro Dio perché non interviene, non ci ascolta, non ci aiuta,... Siamo onesti, riconosciamo anche cosa facciamo, peggio, cosa non facciamo per e con Dio! Mi rendo conto di parlare come un disco rotto... gira che ti rigira, alla fine dico sempre le stesse cose e arrivo sempre allo stesso punto: una relazione, qualsiasi relazione non può essere a senso unico. Quanto al nostro rapporto con Dio, non abbiamo alcun diritto, dunque non possiamo vantare pretese nei Suoi confronti, specie quando ci dimentichiamo regolarmente di Lui, o gli dedichiamo, se va bene, un pensiero distratto e assonnato la mattina, oppure la sera...e neanche tutti i giorni! Sarebbe questo l'amore che fa di noi dei cristiani autentici? Sarebbe questo il grande tesoro che gelosamente custodiamo nel cuore? Fare confronti tra gli interessi umani e l'amore per Dio lascia il tempo che trova... tuttavia, in taluni casi - in molti casi! - la sproporzione è così macroscopica che qualche domanda la nostra coscienza dovrebbe porsela. Da quando poi l'universo internet ha letteralmente invaso la nostra esistenza, la disparità tra tempo dedicato a Dio e tempo speso - sprecato? - in altro, è ancora più eclatante e...scandalosa. "A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà chiesto molto di più."; questa conclusione, tra le più enigmatiche di tutto il Vangelo, merita le ultime battute della riflessione odierna: è evidente che Gesù distingue il "dare" dall'"affidare": dare qualcosa a qualcuno significa che colui che riceve può stabilire con ciò che ha ricevuto un rapporto di proprietà; può dire: "è mio", "mi appartiene". Invece, affidare qualcosa non significa trasferire la proprietà; colui che riceve l'oggetto affidatogli, non può vantarvi alcun diritto; non può dire: "è mio", "mi appartiene"; al contrario, lo deve custodire e, se del caso, farlo crescere, e poi restituirlo a colui che gliel'ha affidato. Nel presente caso, di cosa si tratta? Cos'è che ci è stato affidato e che dovremo restituire...con gli interessi? È la vita, nostra e altrui. Il primato della carità è in grado di stabilire la giusta distanza - o la giusta vicinanza - tra noi, il prossimo e Dio; l'amore per Dio, l'amore per il prossimo e l'amore per noi stessi non entrano in conflitto; al contrario, si possono perfezionare a vicenda, realizzando così il progetto originale di Dio, che si esprime in una sola parola: armonia: armonia con Dio, armonia con il prossimo, armonia con noi stessi. E dal momento che la carità è il nome cristiano dell'amore, e l'amore, quello vero, è intrinsecamente crescita, ciò che ci è stato affidato dovrà essere restituito accresciuto, maturato, al meglio delle nostre possibilità. Una bella sfida, non vi sembra? del resto siamo stati creati per amore e per amare. Solo il genere umano è in grado di amare e, amando, diventare immagine e somiglianza di Dio. La perfezione cristiana è tutta qui! dobbiamo perfezionare i nostri amori, armonizzarli tra loro, renderli compatibili! C'è molto da lavorare; l'immagine di sé che Dio ha impresso in noi, non è ancora nitida e chiara. Ma dobbiamo fare in fretta! il tempo a nostra disposizione non è infinito. |