Omelia (11-08-2019) |
padre Antonio Rungi |
Vegliare con la lampada della fede sempre accesa Nel cuore dell'estate arriva forte e dirompente questa parola di Dio della XIX domenica del tempo ordinario, nella quale cogliamo l'essenziale messaggio di essere vigilanti con la lampada della fede sempre accesa per fare luce sul nostro cammino verso l'eternità. E' sempre il Vangelo di Luca a fare da apripista alla nostra meditazione e riflessione sulla parola di Dio, riportando uno dei suoi brani più importanti ai fini della valutazione dell'agire umano in prospettiva dell'eternità beata, alla quale tutti aspiriamo in modo diverso e alla quale tutti quanti giungeremo, per vie diverse e risposte diverse, se viviamo nell'oggi e nel domani il vangelo della speranza e della gioia. Nel discorso di Gesù che Egli rivolge ai suoi discepoli, possiamo trovare dei punti di riferimento molto importanti per la nostra vita spirituale: vendere ogni cosa per darlo in elemosina, cioè fare la scelta di una povertà radicale che liberi il cuore dal possesso delle cose che non sono finalizzate alla salvezza eterna; acquisire tesori spirituali e non economici e saperli conservare e farli renderli in vista della salvezza eterna. Per attuare questo progetto di vita evangelica è necessario assumere due fondamentali comportamenti: quello dell'essere sempre pronti alla chiamata di Dio all'eternità, che potrebbe venire all'improvviso, senza nessun preavviso, o ritardare a venire, senza con ciò distrarci dai nostri compiti di cristiani e di persone che guardano in alto con lo sguardo di speranza e di certezza della salvezza. L'esempio che Gesù porta è appunto finalizzato proprio ad assumere quell'atteggiamento interiore di dolce attesa, come avviene per una mamma che aspetta un figlio e lo porta avanti nella crescita, spontaneamente, nel suo grembo. Qui è citato l'esempio del ladro che non ci preavvisa se viene a rubare o a portare via le cose più preziose della nostra vita e della nostra casa e famiglia. Viene all'improvviso, magari nel cuore della notte per fare razzia di quei beni materiali che fanno attaccare il cuore della gente alle cose più vane ed insignificanti della terra. Perciò, ci viene rivolto l' appello alla vigilanza non armata, ma serena e profondamente sincera sul nostro comportamento al fine di rispondere prontamente e ben preparati alla chiamata di Dio all'eternità in ogni istante della nostra breve o lunga vita. Questo messaggio riguarda tutti e non solo quelli che sono lontani da Dio, ma anche coloro che ci sono vicini e vivono, solo apparentemente, della parola di Dio, perché tutto fanno tranne che pensare all'eternità e il loro stile di vita non ingloba nulla di sapore di infinito, di visione paradisiaca, di speranza messianica e cristiana. Al contrario è ben altra storia quella che tanti cristiani, molto vicini alla Chiesa e alla fede, che poi di fatto vivono nel quotidiano. Ricordiamo tutti, come il testo del Vangelo di questa domenica si conclude con un monito severo che va interpretato e letto alla luce delle esigenze spirituali ed ecclesiali di oggi: "A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
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