Omelia (04-08-2019) |
don Luciano Cantini |
Ricco-povero Un raccolto abbondante La parabola che Gesù racconta è stupefacente, non tanto per il racconto dalla conclusione scontata quanto per la finezza e l'arguzia spese nei particolari. La struttura è semplice: l'abbondanza del raccolto richiede strutture adeguate ma tutto è inutile perché c'è un limite oltre il quale le cose accumulate non hanno senso. "Noi possiamo avere tante cose, essere attaccati al denaro, averne tanto, ma alla fine il denaro non possiamo portarlo con noi: ricordiamo che il Sudario non ha tasche" (Papa Francesco 7.8.16). La parabola inizia da una "gratuità, un dono": La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Non c'è un merito, una motivazione che giustifichi l'abbondanza del raccolto se non la generosità della campagna. Altro aspetto del racconto è l'isolamento dell'uomo ricco che ragionava tra sé concludendo addirittura dicendo: poi dirò a me stesso... Quando progetta sembra essere l'unico che demolisce, costruisce, raccoglie, gli altri non esistono, non c'è parvenza di relazione; eppure qualcuno ha lavorato il campo, ha raccolto, qualcuno dovrà demolire e ricostruire ma per quell'uomo c'è solo il proprio "io", lui solo è il motore e il destinatario del tutto: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti! Quell'uomo sembra molto lontano dal nostro vissuto, pochissimi detengono nel mondo la maggior parte delle risorse disponibili e noi non siamo tra quelli, ma è anche vero che per moltissimi nel modo noi rappresentiamo la categoria dei ricchi. Rispetto alla maggior parte degli esseri umani abbiamo a disposizione molte risorse di cui non neppure facciamo caso: l'acqua, l'assistenza sanitaria e sociale, la libertà di pensiero e di espressione, una pensione... e tanto altro che nella maggior parte del mondo è negato. Il rischio che corriamo è quello di isolarci, di cominciare a pensare: Anima mia, hai a disposizione molti beni... senza vedere i bisogni degli altri. I cosiddetti sovranismi, i nazionalismi, gli autonomismi vanno proprio in questo senso, la paura di disperdere e condividere la ricchezza acquisita fa' chiudere porti, confini, cancelli, costruire muri e separazioni.
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