Omelia (09-06-2019)
don Luciano Cantini
Vi insegnerà

Se mi amate

C'è un punto di partenza nella vita di fede, imprescindibile, fondamento di tutto perché tutto parte da lì: se mi amate... e ancora ripete se uno mi ama!

Giovanni in tutti i suoi scritti non usa le parole a caso, le calibra e le pesa, le aggiunge e le ripete non perché si capiscano bene o perché il concetto sia più chiaro, piuttosto perché entrino nella vita, perforino il cuore. Giovanni non si rivolge alla nostra razionalità perché si possa dire "ho capito" e lasciare tutto come prima; c'è molto poco da capire ma molto da permettere che accada, è necessario infatti che l'amore accada nella nostra vita.

"Ama e fa' ciò che vuoi", scrive s. Agostino commentando la prima lettera di Giovanni, "Sia che tu taccia, taci per amore; sia che tu parli, parla per amore; sia che tu corregga, correggi per amore; sia che perdoni, perdona per amore; vi sia in te la radice dell'amore, poiché da questa radice non può procedere se non il bene" (7,8: PL 35).

Quello che stupisce è l'inversione nella relazione "discepoli - Cristo - comandamenti, parola": non si dice che se uno osserva i comandamenti o la mia parola allora significa che mi ama, l'osservanza non precede l'amore, piuttosto è l'opposto. Dall'amore scaturisce ogni relazione con il Signore e col Padre compresa la necessità di ascoltare la sua parola e di metterla in pratica. L'osservanza è conseguente l'amore, è un fatto spontaneo richiesto dalla dinamica stessa dell'amore. Chi non mi ama, non osserva le mie parole, può essere attento alle formalità, può sottostare alle regole ma il suo cuore è altrove, il discepolo mette il suo cuore nel cuore di Cristo. Questa relazione vicendevole è relazione piena e diffusiva, non solo perché coinvolge l'amore del Padre ma perché è fondante la Chesa: Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri (Gv 13,35). L'io e il tu diventano plurale: il discepolo si fa comunità dei credenti, Gesù una cosa sola col Padre; la chiesa abbraccia l'umanità, come lo Spirito Santo è tutt'uno col Padre e il Figlio.


Il Paràclito

È nella dinamica dell'amore che va letta la conferma del dono dello Spirito Santo, già annunciato poco prima e ribadito poco dopo; anche qui la ripetizione spinge il cuore all'accoglienza del dono, ad apprezzarlo, al gustarne la forza.

È lo Spirito Santo che ci introduce alla pienezza della verità: egli vi guiderà alla verità tutta intera (Gv 16,13). Noi non possediamo la verità, la Verità non ci appartiene come nostro appannaggio: è la forza dello Spirito a condurci verso la totalità della verità per esserne posseduti. È lo Spirito a insegnarci ciò che Cristo ci ha già insegnato e a ricordarci quanto lui ha detto. Non è un blocco per appunti, o un registratore vocale che suggerisce all'orecchio, quanto ci aiuta a capire che quelle parole del Vangelo che ci girano per la testa sono seminate nella storia di oggi, stanno accadendo nel nostro oggi così diverso da allora. È il progetto d Dio che oggi si sta realizzando che diventa evidente ai nostri occhi e al nostro cuore così che diventiamo pieni di speranza, fondati sulla certezza di un Amore infinito che mai ci abbandona.