| Omelia (02-12-2001) |
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1. Un avvenimento inatteso che genererà un grande stupore e coglierà di sorpresa l'intera umanità. Siamo abituati a pensare così dopo la lettura di questo brano del Santo Vangelo. Eppure coglierà di sorpresa coloro che hanno volto le spalle al Signore. Per i suoi seguaci sarà possibile scorgere i segni dei tempi. Lo dice il Cristo stesso, lo dicono i Padri e lo dice la Chiesa. Quando Noè costruiva l'Arca, ci ricorda San Giovanni Crisostomo, gli uomini non credevano al diluvio benché l'Arca fosse esposta alla vista di tutti. Si davano ai peccati o continuavano a gestire le vicende quotidiane indifferenti verso Dio, "fino a quando Noè entrò nell'Arca". 2. Avverando il detto evangelico "avete occhi e non vedete", sempre San Giovanni Crisostomo ci ricorda che gli uomini, in preda all'ebbrezza, non hanno voluto o saputo vedere quello che era ineluttabile. Ci sono infatti eventi che, dopo alcuni segni premonitori, non possono essere più allontanati. Una volta in cinta, ci ricorda San Paolo, una donna non può evitare le doglie del parto. Non si conosce la data della nascita, ma la si attende comunque. Per questo la donna resta prudentemente in attesa piena di precauzioni ed è vigilante. Alla vigilanza ci invita il Signore. Ci ha dato la certezza che verrà e ci ha consigliato di farci trovare preparati e non sorpresi e sgomenti da un evento che ci sovrasta, ma fiduciosi per un incontro di salvezza. 3. Riporre in Lui la fiducia anche se verrà nell'ora che meno pensate. L'attesa fiduciosa è segno di amore e sicurezza nelle promesse del Signore. San Giovanni Crisostomo ci invita poi a non pensare solo all'ultimo giorno dell'umanità. Anche per noi ci sarà un ultimo giorno per questo dobbiamo sempre essere dediti alle virtù. Le parole del Signore, ci dice ancora il Santo, in definitiva vogliono dire questo: se gli uomini conoscessero il momento della loro morte si preparerebbero con grande impegno e con ogni cura per non farsi cogliere di sorpresa. Per questo il Signore, anche per ciascuno di noi, giungerà inaspettatamente per provare la nostra fede in Lui e la nostra dedizione tramite il nostro esercizio della carità. 4. Per questo, nella sua lettera odierna, San Paolo ci sprona esplicitamente: "è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina (...) gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente come in pieno giorno". Solo così potremo dire di essere stati servi fedeli e troverà, per noi, attuazione la più bella delle beatitudini future: beato il servo fedele che il Signore troverà al suo ritorno. Beato perché il suo padrone "in verità vi dico che lo costituirà sopra tutti i suoi beni". E non potrà essere diversamente perché la fiducia nella promessa di Cristo è la prova del nostro amore. 5. L'avvento finale introduce questo avvento liturgico che ci presenta ancora una volta il Salvatore che non viene ancora a giudicare il mondo, ma a mostrare il suo amore per gli uomini. Pace in terra agli uomini di buona volontà, canteranno gli angeli la Notte Santa, ma gli uomini di buona volontà sono quelli che vivono con la fiducia nella parola di Dio e attendono con pazienza. Non cercano le loro vie, ma quelle di Dio, anche quando risultano incomprensibili. Nel loro cuore hanno però una certezza che il Signore li conosce, scruta i loro cuori e li ama. Commento a cura del prof. Rocco Pezzimenti |