Omelia (30-12-2001)
Omelie.org - autori vari


Quando i grandi vogliono insegnare il coraggio ai bambini usano talvolta il metodo più balordo che esita e cioè quello di deridere la loro paura. Capita, infatti, di sentire mamme, papà o nonni dire ai loro piccoli: "Fifone, perché scappi, hai paura?", o espressioni simili. Questo è uno dei modi più efficaci per sommare alla paura anche la vergogna...

Va subito precisato però che quando il pericolo è veramente grosso si sentono, per fortuna, espressioni esattamente opposte rivolte a piccoli e... grandi: "Scappa, scappa..." E questo è il modo più redditizio per salvarsi... al punto da venire suggerito da Dio in persona.

Nella liturgia di questa domenica dedicata alla "santa famiglia" si nota una cosa curiosa... che Dio, il potente Dio, ancora alle prime armi come uomo, anziché affrontare il "nemico" a testa alta batte in ritirata... quasi un Dio fifone. Quella che però al momento sembra una sconfitta, si rivelerà una mossa vincente...

Per il momento c'è da salvare il piccolo Gesù. Tutto fa perno su Gesù in questa vicenda drammatica. Ciò basta a farci immediatamente intuire che il pericolo più grosso per la famiglia d'oggi è quello di restare senza Gesù.

Il guaio più grosso che può capitare alla famiglia di oggi è di lasciare che il "nemico" attenti rovinosamente alla sua fede. Rispetto a questo pericolo, Dio in persona autorizza senza mezzi termini il coraggio della fuga, della scaltra ritirata... avendo cura però di portarsi appresso Gesù... e questo "fonda" la vita familiare "santa". Vita familiare santa, sembra di poter dedurre senza tanti contorsionismi teologici, è quella vissuta nella ferialità più semplice, convinti di non poter fare a meno di Gesù. Non si dice molto altro. Dio è molto sobrio al riguardo e conta sulla nostra intelligenza... Chi invece, pur fidandosi della nostra intelligenza, è costretto per situazioni contingenti di allora (e da sempre) a scendere nei dettagli è san Paolo. Nella lettera ai Colossesi ce ne ha per tutti, rivelando tra l'altro una spiccata sensibilità psicologico - relazionale: per mariti e mogli, per genitori e figli...

Vivere la santità casalinga familiare, sostiene san Paolo, comporta prima di tutto un cambio di marcia (dall'uomo vecchio all'uomo nuovo) possibile soltanto facendo leva e nel nome di Gesù (mi fa sempre tremare il ricordo di quel che Gesù dirà da grande e cioè che "senza di me non potete fare nulla").

Questa santità familiare consiste essenzialmente nello sviluppo di atteggiamenti interiori improntati a una sana vita relazionale.

Va da sé che la raffica di suggerimenti spirituali per una evangelica vita di relazione va a segno proprio in ragione di questo cambio di marcia...

Cambiare marcia per fuggire...; fuggire dall'asprezza nei rapporti, dalla durezza di cuore, dalla esasperazione vicendevole, dalla meschinità e piccineria relazionale, dall'intolleranza, dal notare il pelo nell'uovo, dalla petulanza reciproca, dalla riottosità, dall'impazienza, dal nervosismo minuto per minuto, dall'agitazione, dall'orgoglio .. (che è tutto il contrario di quello che chiede san Paolo alla famiglia) e da quant'altro rovina l'atmosfera affettiva è arduo, se non impossibile, senza Gesù.

Commento a cura del prof. Gigi Avanti