Omelia (16-10-2015)
Paolo Curtaz


Il clima di ostilità nei confronti del falegname che si è fatto profeta è cresciuto a dismisura, dopo le invettive contro i farisei e i dottori della Legge. Finché Gesù puntava il dito contro le storture di chi non crede poteva andare ma, ora, Gesù accusa esplicitamente coloro che erano visti come i più ferventi e devoti del popolo di Israele. Gesù non condanna in blocco i farisei, ha molti punti in comune con il loro zelo, ma l'ipocrisia che li anima, cioè la falsità, il voler apparire a tutti i costi diversi da quello che sono, il loro indossare una maschera davanti a Dio e davanti agli uomini. Oggi non abbiamo certo la libertà interiore di Gesù, né tantomeno la sua caratura morale. Non me la sento di puntare il dito contro gli altri, anche se, spesso, vedo gli stessi atteggiamenti stigmatizzati da Gesù. Ciò che posso fare è vegliare su me stesso, evitare per primo di incorrere in tali grossolani errori, essere autentico e sincero davanti a Dio, anche se non irreprensibile e puro come il mio smisurato ego spirituale forse vorrebbe. Dio accoglie e protegge anche i passerotti, che non valgono a nulla. Non avrà forse cura anche di me peccatore?