Omelia (15-01-2017)
padre Paul Devreux


Il Vangelo di oggi ci presenta Giovanni non come il Battista ma come il testimone, venuto a rivelarci la presenza di Gesù.

Vi troviamo anche una frase che leggiamo in ogni messa, prima della comunione: "Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!". Cosa significa? Cos'è questo peccato del mondo?" Non parla ne di espiare, ne di tanti peccati, ma di un peccato, causa e fonte di tutti gli altri.

Io penso che questo peccato che Gesù desidera togliere dal mondo, tanto da essere disposto a lasciarsi uccidere pur di riuscirci, è la non conoscenza del vero volto di Dio e ogni cattiva idea che l'uomo si è fatto di Lui, tanto da allontanarsene.
Penso che sia questa la causa dell'ateismo di oggi.

Se mi permettete un confronto umano, è un po' come quando diciamo: Che peccato che quello non ha capito chi aveva accanto, oppure che peccato che non si è fidato della persona giusta.

Ma questo farsi agnello a che serve? Non bastava che Gesù ci spiegasse chi è suo Padre? No, perché l'uomo ha bisogno di prove, e siccome l'uomo è da sempre convinto che Dio vuole chissà che cosa da lui, e che è sempre pronto a punirlo mandandogli castighi, che definiamo volontà di Dio, era necessario, per dimostrare che non è vero, che Dio rivelasse all'uomo quanto gli vuole bene, donandogli suo figlio e lasciando l'uomo libero di trattarlo come voleva.

Ma l'opera più grande di Giovanni Battista, secondo me, è stata quella di rivelare la presenza di Gesù, e di questo abbiamo bisogno urgente anche oggi.

Questo è un servizio molto importante perché anche oggi Gesù è presente vicino a me e non sempre me ne rendo conto. Poter vedere e riconoscere Gesù presente nella mia vita è un grande aiuto. Ecco perché chi riesce a vederlo e a farlo vedere a chi ne ha bisogno, fa un'opera grande sia di aiuto che di evangelizzazione.

Ringrazio il Signore per tutti quelli che mi hanno fatto e mi fanno questo servizio e prego che sviluppi questo carisma nella Chiesa di oggi.