Omelia (11-12-2016)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Mt 11, 3-6

«Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere di Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro?". Gesù rispose loro: "Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete. I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!".

Mt 11, 3-6


Come vivere questa Parola?

Il Vangelo di questa terza domenica - che ci porta ormai verso l'ultima parte dell'Avvento - è dominato da un interrogativo fondamentale rivolto a Gesù da Giovanni Battista in carcere, tramite i suoi discepoli, e che deve essere accolto in tutta la sua drammaticità: "Sei tu il veniente (ho erchoémenos) o dobbiamo aspettarne un altro?». Traspare da questa domanda un senso di incertezza e di delusione, che sembrano albergare nell'animo del Battista, che appare come un personaggio protagonista in questa settimana di Avvento. Da ciò possiamo dedurre che Giovanni si attendeva un Messia ‘altro' da quello che gli veniva riferito e che lui stesso si immaginava. Infatti, in Mt 3,11-12, il Battista sognava un Cristo che avrebbe portato all'eliminazione definitiva del peccato e dei peccatori. "Ma Colui che viene dopo di me... tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile". Ma la missione di Gesù ora non sembra andare in quella direzione, anzi, pare imboccare una strada contraria ai sogni messianici di Giovanni. Dunque, l'interrogativo del Battista rimane in tutta la sua gravità.

Nella risposta ai discepoli di Giovanni, Gesù percepisce nettamente quel misto di incertezza e di delusione del Battista nei suoi confronti, soprattutto nel v. 6: «E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». Il termine greco originale (skàndalon) indica propriamente un qualcosa che è di ostacolo e fa inciampare chi cammina, e mostra che è possibile "inciampare" su di Lui. Pertanto, per aderire pienamente a Gesù, è necessario superare lo scandalo di un Messia umile, povero, disarmato, misericordioso e crocifisso!

In questa terza Domenica di Avvento ci viene rivolto un invito pressante ad accogliere Gesù-Messia così com'è, come Egli si rivela nel Vangelo e nella Parola, anche e soprattutto quando Egli scompiglia i nostri luoghi comuni, i nostri schemi e le nostre attese. Il nostro Dio non è mai un Dio scontato, prevedibile, sfugge ai nostri molteplici tentativi di ritrarlo a nostra immagine e somiglianza... Allora sì vedremo che «i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo».

"La Buona Notizia che predichiamo si riduce solo a parole, o ci sono segni concreti di un cambiamento che avviene in profondità, di una trasformazione miracolosa della nostra esistenza?" (R. Laurita).


La voce della Liturgia di Avvento

"Sempre si rinnovi, Signore, l'offerta di questo sacrificio, che attua il santo mistero da te istituito, e con la sua divina potenza renda efficace in noi l'opera della salvezza". Amen

Preghiera sulle Offerte: dalla Liturgia della III Domenica di Avvento (A)


Don Ferdinando Bergamelli SDB - [email protected]