| Omelia (11-12-2016) |
| don Simone Salvadore |
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Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi Tutti andiamo in cerca di conferme in questo mondo, perché ne abbiamo bisogno e perché sappiamo nel profondo del nostro cuore di non essere soli. Se abbiamo avuto la grazia di crescere e maturare in un contesto sano e maturo nell'Amore, avvertiamo quasi un sacro bisogno e rispetto degli altri. Negli affetti, nello studio, in ogni attività professionale, la nostra vita e il nostro operato assumono un contorno che non si rivela mai in tutta la sua interezza, se non grazie anche al contributo creativo, al colore dell'esistenza e al feed-back degli altri. Solo uno stupido può credere di essere autosufficiente e di non potersi aspettare o non lasciarsi sorprendere in qualcosa o da qualcuno, nel corso della propria vita. Non c'è niente di più bello che fare esperienza dell'accoglienza, della valorizzazione, dell'integrazione reciproca con la vita degli altri. È bello vivere con appagamento e fiducia la relazione con la realtà del mondo, anche se ci appare talvolta ignota e non può essere tenuta da noi sotto controllo. Non sempre ciò che appare sfocato oppure pennellato di apparenti tinte fosche, è teso a nasconderci o riservarci qualche insidia o fregatura. Questa condizione in fondo, esprime sinceramente la nostra vera natura di piccole creature mai totalmente abbandonate nella follia di una libertà assoluta, ma custodite e accompagnate con sapienza e discrezione. È per questo che, come ci ha aiutato il Concilio Vaticano II a riscoprire la lettura dei segni dei tempi, nel cammino della Chiesa, lungo il corso della storia, così sia possibile riconoscere e rileggere autenticamente i segni del cammino nella vita di ciascuna persona. Non sto parlando di quelle forme esoteriche e misteriche che allontanano le persone da Dio, come la divinazione attraverso la cartomanzia, le sedute spiritiche, che sono l'anticamera di ingresso a legami più o meno forti e dolorosi con il Demonio, che dovrebbero spaventarci e dalle quali dovremmo starne sempre lontani. Sto parlando invece di quella confidenza con "le cose di Dio" con quella Sapienza, con la su Parola, con i Sacramenti della Riconciliazione e dell'Eucaristia, con il cammino della vita condiviso nelle comunità cristiane, che ci rendono sempre più affini e sensibili ai movimenti dello Spirito di Gesù. "Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi" (Is 35,5), perché è questo che davvero avviene. Nessuno viene privato della libertà perché la nostra attesa perseverante è rivolta ad un Bene e ad un Amore che al tempo stesso desidera incontrarsi con la nostra libera risposta e scelta d'amore.
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