Omelia (28-10-2016)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commeto su Lc 14, 1-6

«Un sabato Gesù era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la gente stava ad osservarlo. Davanti a lui stava un idropico. Rivolgendosi ai dottori della legge e ai farisei, Gesù disse: "E' lecito o no curare di sabato?". Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. Poi disse: " chi di voi, se un asino o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà subito fuori in giorno di sabato? E non potevano rispondere nulla a queste parole».

Lc 14, 1-6


Come vivere questa Parola?

Gesù entra nella casa dei suoi avversari. Non si rifiuta di annunciare la misericordia del Padre anche a chi la pensa diversamente ed è arroccato sulla percezione di un Dio legato alla sola osservanza, perché è venuto per offrire la salvezza a tutti. I farisei ritengono la fedeltà alle tradizioni come l'unico modo di vivere voluto da Dio. Essi sono affetti dal male più tremendo e più nascosto: con la loro autosufficienza si oppongono direttamente a Dio che è grazia e misericordia.

Il tema di tutto il vangelo di Luca è la misericordia di Dio perché la Chiesa rimanga sempre nell'esperienza di Dio che salva e si senta sempre peccatrice perdonata. Gesù, quindi, è costretto a rimproverare i farisei presenti alla guarigione dell'idropico: essi amano troppo poco.

La legge non ha lo scopo di limitare o impedire l'amore, perché l'amore di Dio non conosce limiti. Per Gesù il riposo del sabato significa la rivelazione della bontà di Dio verso le sue creature, una rivelazione di pace e di salvezza. Gesù dà gloria al Padre presentandolo al mondo come il Dio che dona e che perdona, il Dio dei poveri e degli oppressi.


Oggi chiederò al Signore di donarmi viscere di misericordia.


La voce di Papa Francesco

Quando uno legge il Vangelo incontra un orientamento molto chiaro: accogliere non tanto gli amici e i vicini ricchi bensì soprattutto i poveri e gli infermi, coloro che spesso sono disprezzati e dimenticati. Occorre affermare senza giri di parole che esiste un vincolo inseparabile tra la nostra fede e i poveri. Non lasciamoli mai soli.


Sr Graziella Curti - [email protected]