Omelia (21-08-2016)
Missionari della Via


Gesù è in cammino verso Gerusalemme, dove affronterà passione e morte per donarci la salvezza.

Un tale ad un certo punto, gli chiede: Maestro, ma quanti si salvano? Questa però è una domanda sbagliata, o quanto meno posta male. A noi non serve sapere quanti si salvano, ma che la salvezza è un dono di Dio, che nostro Padre ci vuole tutti salvi, ma che, come ogni dono, va accolto e nello specifico, esige impegno, conversione! "Chi ti ha creato senza di te, non vuole salvarti senza di te", diceva S. Agostino. Dunque il problema della salvezza è qualcosa di serio; per questo Gesù non dice quanti si salvano, ma come ci si salva. Gesù dice qualcosa di duro per svegliare il suo ascoltatore, quasi come a digli: Poniti il problema della tua salvezza, sulla tua eternità. Perciò la domanda è: ma io mi salvo? Come mi salvo? Semplice: Gesù ti chiede: ti stai sforzando di passare per la porta stretta? E cioè? Qual è questa porta stretta? Ce lo dice altrove Gesù: Io Sono la porta. Dunque per essere salvi bisogna passare attraverso Gesù. Che significa? Significa innanzitutto accoglierlo nella vita, avere fede in Lui, nel suo perdono, nella sua misericordia; volerlo conoscere, voler vivere in relazione con Lui, e dunque con Dio. Il Vangelo di oggi è forte: non sarà sufficiente aver partecipato a Messa, né aver ascoltato omelie e catechesi per entrare nella vita, se non abbiamo cercato di imitare Gesù pensando al bene degli altri.

Chiediamoci: sono un cristiano autentico? Vediamo: al lavoro potrei guadagnare di più con un imbroglio, o marcare visita falsamente, ma non lo faccio: scelgo la porta stretta. Sono fidanzato; potrei tradire come fanno tanti, o non aspettare il matrimonio per donarci totalmente: scelgo la via stretta, seguo Gesù... c'è una persona che ha bisogno, e io che faccio? La aiuto? Ma vorrei andare a farmi una corsetta... e invece scelgo la via stretta e la aiuto. Che il Signore ci aiuti a non essere cristiani di facciata, magari assidui frequentatori delle passerelle delle nostre chiese, ma cristiani autentici, che vivono lo stile di vita del Vangelo ovunque si trovi, uno stile orientato alla carità, alla verità e alla giustizia.

Ma perché Gesù può chiudere la porta se ci ama? Perché vuol farci capire che la nostra vita non è un gioco; la nostra vita è seria! È importante che prendiamo coscienza che le nostre decisioni non sono neutre o senza conseguenze, ma influiscono su di me e sugli altri. Questo cambia radicalmente tutto. Non è vero che posso bighellonare, disimpegnarmi sul lavoro, lasciare al pascolo i miei figli, non impegnarmi nello studio, vivere relazioni false... in ogni cosa rientra la mia salvezza. Sono le nostre scelte sbagliate ad impedirci già adesso l'accesso a questa pienezza di vita. Sapere che c'è un termine mi mette in gioco. La porta che si chiude, dà il senso dell'occasione. La nostra vita non va banalizzata, certi che sarà per tutti a lieto fine, perché il regno di Dio è aperto si, ma a coloro che mettono la propria vita a servizio del bene degli altri.