| Omelia (23-01-2005) |
| don Marco Pratesi |
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Una storia di salvezza Il Vangelo di oggi ci racconta il momento in cui Gesù, dopo il battesimo al Giordano e la tentazione nel deserto, comincia il suo ministero pubblico. Egli si trasferisce da Nazareth a Cafarnao, una cittadina posta sulle rive del Mare di Galilea, nella zona nord del territorio di Israele. Matteo cita un oracolo di Isaia (cap. 9, prima lettura) nel quale il profeta parla agli ebrei oppressi e deportati dal re di Assiria verso la metà dell'VIII sec.***). Il paese di Zabulon e di Neftali, cioè la zona di cui stiamo parlando, che in quel momento si trova in tenebra fitta, in situazione di schiavitù, verrà illuminato da una luce grande. Isaia annunzia la salvezza e richiama un fatto precedente della storia di Israele, che aveva riguardato ancora quella zona: la vittoria di Gedeone sui Madianiti, avvenuta circa 400 anni prima, raccontata nel Libro dei Giudici (cap. 7). Matteo, citando Isaia, afferma che con la presenza di Gesù a Cafarnao, nella zona di Zabulon e Neftali, si realizza la profezia antica. Tutto questo discorso per dire che la promessa di Dio cammina nel tempo, assumendo forme diverse, e arriva alla sua pienezza in Cristo. Ma il cammino della Parola non è concluso con lui; dobbiamo aggiungere ancora un anello alla catena: l'oggi, il nostro presente, il momento in cui noi ascoltiamo questa Parola. Essa, dopo essersi realizzata ai tempi di Gedeone, di Isaia e di Gesù, e in sostanza lungo tutta la storia della salvezza, attende di trovare una sua nuova concretizzazione nella nostra vita di oggi. La Parola cammina nella storia. L'alleanza, prima di Gesù preparata e prefigurata, dopo di lui richiamata e rivissuta, assume forme sempre nuove ma al tempo stesso antiche. In concreto: la nostra vita non è isolata e casualmente sbattuta qua e là nei meandri degli avvenimenti; ma inserita in una storia di salvezza, ha un prima e un dopo, un passato e un futuro, un'alfa e un'omega che superano i limiti della nostra esistenza temporale. Siamo parte del popolo di Dio che cammina nella storia e che fa della propria storia, e di quella del mondo, una storia di salvezza. Al centro di questo cammino, comunitario e personale, sta l'annunzio di Gesù: "il Regno è qui, convertitevi per accoglierlo". Ogni volta che ci fidiamo di questa Parola, essa costruisce, con infinita creatività e incrollabile fedeltà a se stessa, il Regno di Dio nell'oggi di ogni uomo. Ce lo ricorda alla sera di ogni giorno il cantico di Maria: "di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono". All'offertorio: Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio ci converta, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente. Al Padre Nostro: Preghiamo il Padre che venga il suo Regno annunziato da Gesù: |