| Omelia (12-12-2004) |
| LaParrocchia.it |
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Pazienza evangelica La liturgia ci invita oggi alla pazienza, nell'attesa del ritorno glorioso di Cristo: "Siate pazienti e rinfrancate i vostri cuori", dice san Giacomo, "la vostra liberazione è vicina". Come dev'essere questa pazienza evangelica? - Dev'essere rispettosa dell'azione divina. Noi vorremmo che il Signore si facesse un dovere di esaudire immediatamente le nostre preghiere, di intervenire senza indugio: Che cosa fa Dio? Dov'è il Signore? Perché questo silenzio? Dimentichiamo che Dio è Dio e non deve render conto della sua azione. In questo modo l'offendiamo, disconoscendo il suo amore. Tutto il vangelo ci prova che Dio è veramente un padre, pieno di misericordia e di tenerezza. Le sue vie ci potranno sconcertare, ma noi dobbiamo dargli fiducia, anche se talvolta potrà venirci sulle labbra lo stesso lamento di Gesù: Padre, mi hai forse abbandonato? La nostra pazienza, lungi dall'essere apatia e supina rassegnazione, sarà tutta slancio di generosità e di dinamismo. Se il Signore ci fa dire nel Padre nostro: Venga il tuo regno!, ciò significa ch'egli vuole che noi lavoriamo con tutta la nostra energia alla sua estensione, uniti sotto la illuminata e sicura direzione dei capi che egli ci ha dato: il papa e i vescovi. In questo modo, nonostante l'apparente inutilità dei nostri sforzi, nonostante la defezione o il tradimento di alcuni, avremo nel cuore un'invincibile speranza. "Coraggio, piccolo gregge", ci dice Cristo, "io ho vinto il mondo!". |