Omelia (19-12-2004)
don Remigio Menegatti
Ecco, viene il Signore, re della gloria (170)

Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature
La prima lettura (Is 7, 10-14 ) presenta il dialogo tra Isaia, che invita a confidare nel Signore, e il re Acaz, che non nutre alcuna fiducia in Dio, e cerca invece l'appoggio negli eserciti dei re confinanti. Il Signore stesso – afferma Isaia - darà un segno per dimostrare che non si è dimenticato della sua promessa: la giovane moglie del re – qui chiamata vergine - partorirà un figlio, assicurando continuità alla discendenza di Davide, testimonianza della fedeltà di Dio alle sue promesse.
La parola di Dio si realizza lungo il tempo in vari fatti e personaggi; in maniera piena e definitiva si attua quando nasce da Maria il Figlio di Dio. È lei, la vergine e madre, che realizza la profezia: in Gesù finalmente Dio è in mezzo all'umanità, è definitivamente "il Dio con noi" (vedi Mt 3,1-12).

Salmo 23
Del Signore è la terra
e quanto contiene,
l'universo e i suoi abitanti.
É lui che l'ha fondata sui mari,
e sui fiumi l'ha stabilita.

Chi salirà il monte del Signore,
chi starà nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non pronunzia menzogna.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto,
Dio di Giacobbe.

Alzatevi, porte antiche,
ed entri il re della gloria.
Chi è questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti
è il re della gloria.

Il salmo è un invito ad abbandonarsi pienamente nella fiducia in Dio. Non esiste un posto al mondo dove non si possa confidare in Dio. Infatti lui, e lui solo, ha creato tutta la terra. Non ci sono luoghi dove Dio sia estraneo e non possa raggiungere i suoi figli. Gli altri, gli "dei delle nazioni straniere", sono solamente idoli, costruiti dall'ingegno umano, e non possono proteggere i popoli che si alleano contro Israele. Era questa infatti la paura del re Acaz: aver perso contatto con Dio e non poter sperare più in alcun aiuto.
Lui entra nel suo tempio come il "re della gloria", colui che ha vinto tutti i popoli che si pongono contro il suo progetto. È evidente il richiamo all'Esodo, in cui Dio combatte, come un guerriero valoroso, per liberare il popolo dalla schiavitù d'Egitto.
Dio è fedele, sta dalla parte del popolo che ha scelto; non abbandona mai il suo progetto per realizzare la sua alleanza. Questo non deve diventare scusa per venir meno all'impegno di amare Dio e di servirlo rettamente.
Per ottenere "benedizione dal Signore", è necessario avere "mani innocenti e cuore puro"; non è gradito a Dio chi "pronuncia menzogna"mentre cerca il suo volto.

Un commento per ragazzi
"Non ho più campo; non ricevo più alcun segnale; non riesco a farmi sentire?! Proprio adesso che ho urgente bisogno di aiuto! Sembra impossibile: quando hai necessità di comunicare con chi ti potrebbe aiutare, non riesci più a trovarlo. Lasciamo perdere; inutile insistere, tanto non serve! Meglio cercare aiuti più semplici, ma almeno possibili". Possiamo tradurre in queste parole "attuali" il ragionamento di Acaz.
Gli eserciti stranieri lo stanno circondando, l'aiuto che attendeva da Dio sembra non arrivare, e Acaz pensa che la promessa di Dio di essere fedele al suo popolo sia proprio finta. Preferisce fare alleanza con i re vicini e cercare il loro sostegno.
Il salmo sembra rispondere al ragionamento del re e dichiara che si può – e si deve - sempre sperare nel Signore, invocare e attendere con fiducia il suo aiuto. Lui infatti non si dimentica del suo popolo e non c'è luogo su questa terra in cui la nostra voce non lo raggiunga e, soprattutto, possa partire da lui la risposta che attendiamo. Infatti, dice il salmo, lui ha fatto la terra e tutto ciò che noi vediamo, non esiste un altro Dio che comandi su un territorio da cui Dio è allontanato. Non c'è posto al mondo in cui non riusciamo a comunicare con Dio. La creazione è vista come l'inizio di una grande storia d'amore, come una coppia che si prepara la casa perché sia il luogo dove vivere felici, insieme ai figli che nasceranno.
La creazione è solo il primo gesto d'amore di Dio, che poi fa alleanza con Abramo e rinnova in diversi momenti con gli altri che sono disponibili a fidarsi di lui.

Dio è presente in ogni luogo e rimane sempre disponibile ad ascoltare la voce dei suoi figli. È quindi importante il modo con cui si cerca di comunicare con lui.
Se "c'è campo", ma le batterie del cellulare sono scariche, non posso lamentarmi di non riuscire a sentire la voce di chi mi chiama; non devo incolpare lui.
Anzi lui stesso manda il suo Figlio – questo ci ricorda il vangelo oggi – proprio per insegnarci a dialogare con lui. Un dialogo che fa nascere e crescere la confidenza, come dei bambini che sui sentono sicuri tra le braccia dei loro genitori perché "da sempre" hanno sperimentato la loro tenerezza e attenzione.
Per riuscire ad ascoltare Dio serve un cuore puro, che porti a fare del bene e non del male, che aiuti a cerare la giustizia con lo stesso stile con cui l'ha cercata lui. Le beatitudini sono come una serie di indicazioni per migliorare le potenzialità del nostro dialogo con Dio. Dialogo fatto di gesti, e non solo di parole. Gesti di servizio, obbedienza, lealtà, sincerità, generosità...gesti concreti.

Un suggerimento per la preghiera
Signore tu sei un Padre buono e mandi a noi il tuo Figlio, perché desideri mantenere e potenziare il dialogo che hai stabilito con noi da sempre. Gesù, il Figlio tuo e della Vergine Maria, è la Parola che è con te fin dalla creazione del mondo e che invii a noi perché possiamo sentire la tua presenza e sperimentare il tuo aiuto ogni giorno.
Donaci un cuore puro, rendici disponibili ad ascoltare la tua voce e fidarci di te. Insegnaci ad abbandonarci nelle tue mani con la confidenza e serenità con cui un bambino sta tra le braccia dei suoi genitori. Il tuo Figlio, Gesù di Nazaret, colui che attendiamo, ci ha insegnato proprio questo perché ci ha palato di te come Padre buono, sempre pronto a rispondere alla voce dei suoi figli.