Omelia (05-12-2004)
LaParrocchia.it
Convertirsi per convertire

Dopo venti secoli di cristianesimo, la Chiesa ci fa ancora sentire l'esortazione del Battista: Convertitevi, il regno dei cieli è vicino! Come dev'essere questa conversione per essere vera?

- Una conversione personale. A nulla serve restaurare gli edifici religiosi, riformare la liturgia perché sia più viva e partecipata, se non interviene una profonda riforma di tutti noi stessi. Il pericolo - non certo astratto - sta nel pensare che una certa qual pratica religiosa possa bastare.

- Una conversione effettiva. Convertirsi vuol dire "rinnovare il cuore". Vuol dire, secondo la vigorosa immagine di san Paolo, edificare sulle rovine dell'uomo vecchio del peccato, l'uomo nuovo in Gesù Cristo. Questo significa riconoscere prima di tutto i difetti e le lacune che ci sono in noi, lavorare poi con ogni impegno ad eliminarli per acquistare quelle virtù, delle quali Cristo è stato il modello.

- Una conversione che ci apra agli altri. Natale è il dono di Dio agli uomini. Noi non potremo mai vivere veramente questa festa, se non donando noi stessi ai fratelli. Cerchiamo di comprenderli, senza mai giudicarli o condannarli. Sappiamo accoglierli col cuore in mano? Se ci hanno fatto qualche torto, siamo pronti al perdono? Siamo disponibili al colloquio, al servizio? Sappiamo amarli con lo stesso amore di Cristo?
In sostanza, convertirsi significa uniformare la propria mentalità e i propri sentimenti alla mentalità e ai sentimenti dello stesso Cristo.