Omelia (21-11-2004)
don Marco Pratesi
Il giudizio della croce

A destra e a sinistra di Gesù ci sono due malfattori. Non è un caso: essi sono immagine di tutta l'umanità, che è colpevole, che è prigioniera nelle maglie del male e della morte; crocifissa, appunto.
In mezzo c'è Gesù di Nazareth, che pretende di essere l'inviato di Dio, il Messia Salvatore.
Questo Messia e questa regalità sono segno di contraddizione e motivo di divisione: di fronte al Cristo re crocifisso non si può restare neutrali, si deve prendere una posizione.
Egli svela i pensieri dei cuori, perché ognuno di noi, parte di questa umanità crocifissa, deve decidere se un Salvatore così lo vuole o no, lo accetta o lo respinge e ne cerca altri. Ognuno è di fronte ad un'alternativa: affidarsi a lui o metterlo in ridicolo.
Questa alternativa è perfettamente rappresentata dai due malfattori.
Non c'è il "buono" e il "cattivo": tutti e due sono delinquenti, meritevoli della pena capitale.
Uno però non sa che farsene di un Cristo così: "se sei il Messia salva te stesso e noi. Altrimenti non lo sei".
L'altro non sa molto di Gesù, ma intuisce che davvero è un re che sta per andare nel suo regno, e si affida al lui: "Ricordati di me quando sarai nel tuo regno".
Non c'è altro, la sostanza della vita (e della morte) stanno in questa scelta.
Per questo Gesù aveva detto: "Pensate ch'io sia venuto a metter pace in terra? No, la divisione". La croce di Gesù attira gli uni e respinge gli altri, genera i cristiani e urta il mondo. Ma anche dentro il cuore di ciascuno si crea questa divisione, i due atteggiamenti convivono e si combattono, in un conflitto nel quale si affrontano fede e orgoglio.
Celebrare la festa del Cristo Re significa schierarsi, riconoscere la propria salvezza nel gesto d'amore di un Dio che afferma la sua regalità non con la forza ma con l'amore. Noi non scambiamo l'amore crocifisso per debolezza. Sappiamo invece che proprio lì c'è la forza massima, una forza che governa la storia e che nessuna potenza umana o spirituale potrà mai sopraffare.

All'offertorio:
Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio sia per noi un atto di affidamento a Gesù, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente.

Al Padre Nostro:
Chiediamo con fiducia al Padre che venga il suo Regno nel mondo:

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Con quest'omelia compie il primo anno di cammino il servizio cominciato la I domenica dell'avvento 2003. Spero che vi sia stato utile; per me sicuramente sì. Ne ringrazio il Signore e anche tutti voi. E con ciò salutiamo Luca e diamo il benvenuto a Matteo!