| Omelia (14-11-2004) |
| padre Paul Devreux |
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Commento Luca 21,5-19 Anche oggi io potrei dire che di tutto quello che ammiriamo e ci affanniamo a restaurare non rimarrà nulla. Anche il nostro paesino sparirà, e non ci sarà più nessuna pianta e forse neanche le montagne stesse; ma prima che succedano queste cose ci saranno ancora guerre, terremoti e malattie che decimeranno la popolazione mondiale. Sono cose che ormai sappiamo che accadranno sicuramente, ma non sappiamo esattamente quando e cerchiamo di fare tutto il possibile per rimandare questi eventi e per difendercene. Ci saranno persecuzioni e tradimenti. Chi farà del bene sarà calunniato e ucciso. Posso anche dire che tutte queste cose già stanno succedendo in molti posti. Devo spaventarmi? Perché Gesù fa questi discorsi disfattisti e catastrofici? Penso perché vuole aprirci gli occhi su ciò che rimane, su ciò che conta veramente. Ciò che rimane è Dio e ciò che Dio vorrà tenere in vita. Gesù promette molto di più che l'abbassare le tasse. Gesù promette che nemmeno un capello del nostro capo perirà, e c'invita alla perseveranza per salvare le nostre anime. Cosa significa perseverare? Penso significhi confidare in lui più che nelle cose che passano. Signore continua a sostenere la mia fede e aiutami a crescere nel discernimento. |