| Omelia (14-11-2004) |
| don Marco Pratesi |
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Segni della fine Oggi il Vangelo ci parla di alcuni segni che precedono il ritorno di Gesù Cristo alla fine della storia: la distruzione del tempio di Gerusalemme, falsi profeti, confusione, terremoti, fame, malattie, fatti paurosi e segni dal cielo, la persecuzione della chiesa. Questi segni non devono essere considerati come degli indicatori dai quali si potrebbe dedurre il momento della fine dei tempi. Gesù non li annunzia per aiutarci a prevedere il tempo preciso della fine. Questo non gli interessa proprio, anzi altri passi evangelici mostrano bene che per lui la voglia di previsioni è da evitare, è sbagliata. Che cosa ci vuole dire allora il Signore? Egli ci insegna come sono da leggere questi fatti: sono un segnale che la storia porta in sé il germe della morte, non dura all'infinito ma va verso il suo traguardo, che è quello di essere superata, di sfociare in qualcos'altro. La nostra tentazione è sempre quella di assolutizzare la storia, di pensare che sia eterna, un po' come facevano quelli che ammiravano la bellezza del tempio. Questa costruzione così grande e maestosa finirà ben presto, molto prima di quello che si sarebbe potuto pensare: 40 anni dopo non c'era pietra su pietra! Ecco, questi segni ci dicono che la fine dei tempi e il ritorno del Signore sono qualcosa che non è lontano, remoto, ma vicino e possibile subito, ora. Non si tratta dunque di indovinare la data della fine, cosa che non ci rimette in discussione o produce solo ansia. La Parola di Gesù ci chiede di acquistare la consapevolezza di quello che avviene nella storia, di saperla leggere in profondità alla luce dello Spirito di Dio, e di schierarci attivamente per Dio e il suo Regno contro le forze di distruzione presenti nella storia. Perché uno dei segni è proprio la persecuzione dei cristiani. In questa lotta non possiamo restare a guardare. Il Vangelo ci chiede di essere disposti a rimetterci di persona in termini di forze, di tempo, di risorse, di soldi, di tranquillità personale; se necessario, rimetterci la stessa vita. Siamo certi però - Gesù lo dice - che nemmeno un capello del nostro capo perirà, e che proprio grazie a questa disponibilità a lottare con Gesù per il Regno di Dio salveremo la nostra vita. All'offertorio: Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio ci renda autentici testimoni di Gesù, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente. Al Padre Nostro: Chiediamo con fiducia al Padre che venga il suo Regno nel mondo: |