Omelia (24-10-2004)
LaParrocchia.it
La vera preghiera

È un insegnamento della massima importanza ed è nostro interesse ricordarlo e praticarlo. Noi per il fatto di aver adottato un sistema di pratiche e di cerimonie, e specialmente perché assistiamo regolarmente alla messa, ci sentiamo autorizzati ad aver la coscienza tranquilla e a considerarci giusti, ossia dei buoni cristiani. Sarebbe un errore...

- Dio umilia i superbi. Dio non condanna certamente le buone opere che anch'essi possono compiere: le loro elemosine, la loro generosità, le loro pratiche religiose. Condanna la vanità interiore che nutrono nel compiacersi e nel vantarsi del bene realizzato: il superbo guarda se stesso, si ammira e si compiace di sé... Ne vengono due effetti dannosi: crede di non aver più bisogno di niente perché è giusto; è portato a disprezzare gli altri, stimandosi superiore a tutti. Ahimè, anche tra noi ci possono essere dei farisei...

- Dio esalta gli umili. Dio non giudica come noi e soprattutto non si lascia ingannare dalle apparenze. Egli vede le immense risorse del "povero di cuore" che, distaccato da tutto e da se stesso, riconosce con semplicità e verità ciò che è: un peccatore. La sua preghiera è vera, e quindi è gradita a Dio. Non sa assolutamente disprezzare gli altri, in quanto si crede sempre il più miserabile di tutti. Questa umiltà di cuore scava dentro in lui come un abisso che Dio si compiace di riempire della sua grazia.

Vogliamo essere ricchi delle ricchezze di Cristo, del suo amore, della sua misericordia? Eliminiamo dalla nostra vita ogni falso orgoglio, facciamoci piccoli davanti ai nostri fratelli.