Omelia (31-10-2014) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Lc 14,3-5 «Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?» Lc 14,3-5 Come vivere questa Parola? Gesù non vuole che gli uomini siano insensibili e duri di cuore, né tanto meno che siano incapaci di discernimento e di comprensione nell'aiutare gli altri, appellandosi a leggi che impediscono il vero bene della persona, in nome di un legalismo esasperato e rigido. Egli ci dimostra che per Dio ogni tempo è adatto per guarire l'uomo dai suoi mali fisici e morali, per riportare l'uomo al vero significato della Legge, che sempre deve donare all'uomo dignità e vita. Anche oggi ogni situazione umana ci interpella profondamente per una risposta coraggiosa e innovativa: che cosa o posso fare in questa momento particolare per questa persona umana, fratello o sorella, che incontro sul mio cammino? Come posso dimostrare concretamente e subito l'aiuto di cui ha bisogno? La Parola di Dio e la voce dello Spirito mi aiutano ad essere strumento di carità, a non chiudermi nella mia indifferenze e nel mio perbenismo. Signore, illuminami con la tua divina sapienza, perché viva con amore e la mia mente e il mio cuore siano sempre aperti alle necessità del prossimo. La voce di un papa Gesù che si fa attento alla sofferenza umana ci fa pensare anche a tutti coloro che aiutano gli ammalati a portare la loro croce (...). Essi sono «riserve di amore», che recano serenità e speranza ai sofferenti. BENEDETTO XVI - Angelus 1 luglio 2012 D. Mario Maritano SDB - [email protected] |