Omelia (29-08-2004) |
don Roberto Rossi |
Imparate da me che sono mite ed umile di cuore La scena riportata dal vangelo, dove gli invitati cercano i primi posti, è per tanti aspetti l'immagine della vita: sappiamo che ci sono arrivismi, lotte per i primi posti, desiderio di carriera, di potere, litigi e guerre causate dall'orgoglio. A parole tutti sono umili, distaccati: ma basta a volte una piccola parola per offendersi e preparare critiche o vendette. Quello che conta è cercare il primo posto davanti a Dio. E il primo posto davanti a Dio è proprio il rovescio del comportamento umano. Infatti il più grande davanti a Dio è colui che si è fatto più piccolo. Quando si va a Lourdes fa impressione visitare il cachot: era una cella abbandonata di una vecchia prigione. Quando la Madonna apparve a Bernardette, ella abitava con la sua famiglia, in questo cachot; un'unica stanza, varie persone. Bernardette viene scelta dal cielo perché è la più povera, l'ultima di Lourdes. Chiunque si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato (Luca 14, 11). Dice un antico libro della Bibbia, il Siracide: "Nella tua attività sii modesto, sarai amato dall'uomo gradito a Dio. Quanto più sei grande tanto più umìliati; così troverai grazia davanti al Signore, perché dagli umili egli è glorificato" (3,17-18). Cosa significa farsi ultimi, piccoli? Non significa sotterrare i propri talenti, sfuggire dalle responsabilità. Anzi i talenti bisogna farli fruttare al massimo. Occorre dare il meglio di sé per il bene degli altri, non per sentirsi più grandi o più bravi degli altri. Farsi umili significa liberarsi dall'ansia della stima umana e avere la serena coscienza che ciascuno di noi vale, di quel valore che ha davanti a Dio. Nessun titolo o nessuna stima umana può aggiungere nulla, come nessun disprezzo o nessuna calunnia può togliere nulla. La vera umiltà è questa verità, questa serenità. Il S. Curato d'Ars diede questa testimonianza: "Ho ricevuto due lettere della stessa forza: in una si diceva che ero un grande santo, nell'altra che ero un ipocrita. La prima non mi aggiunge nulla, la seconda non mi toglie nulla: davanti a Dio si è quello che si è e nulla più". (A. Comastri: Predicate la Buona notizia. LDC) "Imparate da me che sono mite e umile di cuore". Possiamo riprendere alcuni passi della Parola di Dio che ci aiutano a metterci a questa scuola di Gesù. "Abbiate in voi i sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale pur essendo Dio non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza col Padre, ma annientò se stesso, umiliandosi fino alla morte e alla morte di croce" (Filippesi 2,6-8). "Fratelli non fate nulla per spirito di rivalità o di vanagloria, ma ciascuno, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso, senza cercare il proprio interesse, ma anche quello degli altri". (Filippesi 2, 3-4) "Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un'idea troppo alta di voi stessi". (Romani 12,16) "Quando dai un banchetto invita poveri, storpi, zoppi, ciechi e sarai beato perché non hanno da ricambiarti" (Luca 4, 13-14) Farsi umili significa mettere il primo pensiero nel servire: è grande chi serve, chi dona, chi si consuma, chi entra nel mistero dell'amore. L'umile è un instancabile servitore del prossimo: l'umile sente che tutto è dono di Dio e ha fretta di donare tutto, perché quel che non si dona, si perde. L'umile lavora, agisce, serve il prossimo, ma non aspetta ricompensa. Poter servire è già ricompensa: anche se nessuno dice grazie. E' importante l'umiltà e il servizio nella vita sociale, nel lavoro, nelle responsabilità verso gli altri... E' importante nella famiglia... "Rivestitevi di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza, sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri" (S. Paolo). E' importante nella Chiesa e nella propria comunità cristiana: essere persone partecipi e attive nell'umiltà e nello spirito del servizio, là soprattutto dove c'è più bisogno (e semmai, dove si è meno visti...) |