Omelia (22-08-2004)
LaParrocchia.it
Entrare per la porta stretta

C'è stato un tempo nel quale, sotto l'influsso del giansenismo, la predicazione cristiana aveva un tono piuttosto minaccioso. Oggi prevale la tendenza contraria: certe pagine severe del vangelo sono deliberatamente lasciate da parte. Oggi la liturgia ci presenta una di queste pagine. "Sforzatevi di entrare per la porta stretta". Dopo questa vita c'è per l'uomo l'altra vita: quella che non finirà mai.
Quindi per quelli che vogliono riflettere un po', c'è un grave problema da considerare, il più grave di tutti: quello della salvezza eterna.

E' proprio il problema che gli apostoli hanno posto a Gesù. "Chi si salverà? Chi entrerà nel regno eterno?" E il Signore risponde chiaramente: "Si salveranno coloro che si sforzeranno di entrare per la porta stretta". In altre parole, coloro che saranno tanto generosi da conformare la loro vita al Vangelo.

Se è vero che tutti gli uomini sono invitati ad entrare nella casa del Padre e a prender parte al banchetto celeste, tuttavia non vi può entrare se non chi proprio lo vuole: la porta - dice Cristo - è stretta, e la possono varcare solo coloro che, con tutte le loro forze, hanno cercato la verità e praticato la giustizia.

Tra gli ascoltatori di Cristo, molti pensavano che la loro appartenenza al popolo eletto fosse la garanzia sicura per entrare nel regno di Dio.
Il Signore apre loro gli occhi: non servirà a niente essere i discendenti dei patriarchi per ciò che riguarda la salvezza, se la loro personale religione non è fatta di santità e di giustizia interiore.
L'insegnamento resta valido anche per noi cristiani. Se non siamo più solleciti della verità, della giustizia e della carità, rischiamo di vedere la porta del cielo chiudersi davanti a noi, mentre invece, la varcheranno tante persone di buona volontà, venute da chissà dove.

"Sono molti quelli che si salvano?" È la domanda fatta a Cristo da uno degli ascoltatori. Il Signore non risponde se saranno pochi o tanti, ma dice senza mezzi termini chi si salverà:
"Colui che si sforzerà di passare per la porta stretta". Meditiamo questa risposta del Signore.

- L'unica cosa necessaria: la salvezza eterna. Questo è il più grande, anzi l'unico problema. L'uomo è stato creato immortale: la morte fisica non è che un passaggio dalla vita che finisce e quella che non finirà mai più. Di qui la stoltezza di coloro che, tutti occupati dagli affari terreni, dimenticando l'essenziale. "Cosa serve - dice Cristo - conquistare il mondo intero, se poi si perde l'anima?".

- Come guadagnare la vita eterna. Cristo risponde: "Sforzandosi di passare per la porta stretta". Qual è questa porta? L'osservanza dei comandamenti di Dio; quante volte l'ha detto ai suoi ascoltatori! Va da sé che non potranno aver parte all'eterna felicità se non quelli che per amore avranno compiuto la sua volontà, insegnata dal Figlio suo nel Vangelo.

- Di qui lo sforzo che bisogna fare per entrare in quella porta stretta. Ricordiamo che in nessun campo si può fare qualcosa di valido, senza sforzo, senza sacrificio. Come potrebbe essere altrimenti quando si tratta "dell'affare" più grande che ci sia? Ricordiamo ancora che le esigenze del Vangelo sono quelle stesse dell'amore. Essere cristiani vuol dire amare come Cristo ha amato, fino alla croce.
Ecco qual è la porta stretta che dobbiamo varcare, che ci introduce nella gioia.