Omelia (08-08-2004)
don Marco Pratesi
Attenzione!

Le parole che abbiamo ascoltato sono rivolte a un "piccolo gregge", al quale il Padre ha voluto donare il suo Regno: non ha proprio nulla da temere.
A chi si riferisce il Signore? A quelli che accolgono gli inviti che nel discorso seguono: è parte del piccolo gregge chi accoglie queste esortazioni di Gesù. Le esortazioni sono varie, al punto che possono sembrare slegate, ma mi pare che si possano sostanzialmente ricondurre a questo: siate vigilanti!
La vigilanza è presentata con immagini diverse: la persona pronta al cammino (fianchi cinti e lampade accese); il servo che aspetta il padrone dalle nozze; il padrone di casa che non si lascia sorprendere dal ladro; il servo che svolge fedelmente il proprio compito, oppure se ne dimentica. Ognuna di queste immagini ha un senso proprio, ma tutte portano un'idea in fondo unica: saper vivere il presente alla luce del futuro, quel che passa alla luce di quel che resta. Solo così si è vigilanti e non addormentati; consapevoli e non incoscienti; agilmente pronti al cammino e non pesantemente installati.
In fondo è quello che richiede anche l'insegnamento che precede, quello sul tesoro: bisogna farsi un tesoro che non sia solo per l'oggi, ma per l'eternità. Ognuno ha il proprio tesoro, quelle cose che sente preziose, importanti, fondamentali. Lì è il cuore, lì si concentrano le energie, ruotano i pensieri e le emozioni, si impiegano le risorse, si spende il tempo, la vita. Proviamo a rispondere a questa domanda: dov'è il mio cuore? Spesso è "sulla terra", cioè in qualcosa che sta semplicemente sul piano umano, immediato, inconsistente e senza futuro.
Chi non è vigilante non sa farsi un vero tesoro, non sa investire nelle direzioni giuste, accumula beni insignificanti. Questa mancanza di vigilanza si concretizza nella volontà di farsi tesori sulla terra, di garantirsi la vita mediante l'accumulo di beni materiali. Il modo in cui uso i beni è un indicatore importante. La logica dell'accumulo è sciocca, perché non tiene conto dell'elementare realtà che quello che si accumula viene meno: è veramente e saldamente nostro non quello che si accumula, ma quello che si dona.
La mancanza di vigilanza però è anche altro, così come viene rappresentata nel servo che si mette a picchiare gli altri, a mangiare e ubriacarsi: la sopraffazione sugli altri e la ricerca del piacere fine a se stesso sono altri modi stolti di farsi tesori sulla terra.
Non si tratta di alienarsi, di non vivere il presente aspettando il futuro; piuttosto di vivere intensamente il presente alla luce del suo significato profondo, quello definitivo e ultimo.
Il "piccolo gregge" è quello dei servi vigilanti che attendono il Signore e donando si fanno un tesoro per sempre: il Signore ci conceda di esserne parte.

All'offertorio:
Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio ci renda vigilanti, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente.
Al Padre Nostro:
Chiediamo al Padre che ci liberi dal male della superficialità e della dimenticanza del Signore: