Omelia (01-08-2004) |
don Marco Pratesi |
"Perché non siete capaci di mettervi d'accordo?" Una disputa tra fratelli circa l'eredità sta all'origine dell'insegnamento del vangelo odierno. Evidentemente i due non si trovano d'accordo; come sempre succede, ognuno si sente sacrificato e vede lesi i propri diritti. Uno dei due si rivolge quindi a Gesù nella speranza di ottenere giustizia. Ma Gesù si sottrae alla richiesta: "Perché devo essere io a spartire l'eredità fra voi? Perché non siete capaci di mettervi d'accordo da soli?" Già qui, ancora prima della parabola, c'è un elemento su cui riflettere, che va al di là del problema particolare dell'eredità, e anche dell'attaccamento ai beni materiali. A volte Dio non risponde alle nostre domande semplicemente perché sono poste male. Esse partono infatti da una prospettiva nella quale Dio non vuole lasciarsi rinchiudere; partono da premesse che sono già bacate. Lo vediamo, la risposta di Gesù va ben più in profondità della domanda, mette in questione la stessa domanda. Il suo interlocutore gli aveva chiesto di risolvere un problema, ma non si accorgeva che a monte c'era qualcosa di ben più importante: l'attaccamento ai beni materiali. Come avrà reagito alla risposta di Gesù? Non lo sappiamo. Ha potuto andarsene deluso, pensando che a Gesù non interessasse niente dei suoi problemi e della giustizia, e proponendosi per il futuro di risolvere da solo i suoi problemi. Oppure ha seguito Gesù nel suo ragionamento, si è lasciato condurre verso una nuova prospettiva, ha capito che dentro il rifiuto di Gesù c'era un dono ancora più grande. E ha capito che occorreva andare alla radice del problema col fratello: l'egoismo. Nemmeno Gesù sarebbe riuscito a mettere d'accordo i due fratelli se restavano prigionieri dell'egoismo. Quando manca lo spirito di fraternità e domina l'attaccamento nessuna soluzione va mai veramente bene: questo lo vediamo tutti i giorni. Liberati dall'egoismo, i due fratelli non avrebbero più avuto bisogno di Gesù per spartire l'eredità, avrebbero trovato un accordo. Non chiediamo dunque a Dio che venga a risolverci problemi che possiamo risolvere noi, se solo accettiamo di rimetterci in discussione. Non esigiamo che Dio avvalli le nostre pretese. Non pretendiamo che Dio faccia quell'ordine che dobbiamo fare noi. Possiamo farlo, nella misura in cui siamo convinti che la vita non dipende dai beni, ma dall'amore fraterno che riusciamo a vivere. All'offertorio: Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio ci liberi da ogni avidità, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente. Al Padre Nostro: Liberi dal desiderio dell'accumulo, con fiducia chiediamo al Padre il pane per la vita di ogni giorno: |