Omelia (18-07-2004) |
padre Paul Devreux |
Marta e Maria sono simbolo dell'eterna controversia tra mondo contemplativo e mondo attivo, tra chi fa la scelta di pregare e chi preferisce agire. Penso che siamo tutti un poco Marta e un poco Maria, e il cammino stesso della vita ci porta ad essere a volte più l'uno o più l'altro. Pregare prima di agire mi sembra comunque sempre una cosa importante. Perché Marta non lo fa? Questo è importante chiarirlo. Proviamo ad entrare in questo palcoscenico: Gesù arriva, l'amico Lazzaro non c'è. Non sappiamo se sta per tornare o se è fuori tutto il giorno. Marta lo accoglie in casa e Gesù accetta l'invito. Sono tutti contenti, ma ecco che in Marta scatta un meccanismo vecchio come il mondo: deve organizzare l' accoglienza preparando subito un sacco di cose, per cui non ha il tempo per stare con l'ospite, e siccome non va lasciato solo, delega questo compito a Maria. Marta è abituata a muovere Maria come una pedina per tirarsi fuori dalle situazioni imbarazzanti, come farà anche dopo la risurrezione di Lazzaro( conf. Gv.11,28). Maria ubbidisce e si mette ad ascoltare Gesù. Ha Gesù gli interessa tutto ciò che Marta sta preparando? Non lo sappiamo perché Marta non glielo chiede. Decide tutto lei, e se Gesù ha mal di pancia dovrà ugualmente mangiare tutto ciò che arriverà in tavola, altrimenti Marta si offende. Morale della favola, Marta pensa di fare del suo meglio per accogliere Gesù, ma in realtà è Gesù che accoglie lei lasciandola fare tutto quello che ha deciso di fare. Tutto questo succede perché Marta è l'incapacità di comunicare e di ascoltare. Potrebbe domandare a Gesù: "Come desideri che trascorriamo il tempo che abbiamo a disposizione?" Non gli viene nemmeno in mente che potrebbero fare un programmino insieme, perché è abituata a decidere tutto lei, da persona fondamentalmente sola, pur vivendo con un fratello e una sorella. Se non si comunica si è soli anche in mezzo alla folla. Marta prende l'iniziativa e parte in quarta, per organizzare un'accoglienza perfetta. Fa del suo meglio ma Gesù non ha voce in capitolo. Fatto sta che lo fa per un motivo ben preciso: essere apprezzata da Gesù; s'aspetterebbe che Gesù, ogni tanto, gli faccia un complimento, dia una sbirciata in cucina, e invece Gesù fa il cascamorto con quella scema di Maria, e lei si sente la serva di turno, mentre vuole essere la protagonista, tirando tutti nel suo gioco. Non lo sopporta, quindi prima comincia a fare rumore in cucina sbattendo i coperchi delle pentole, poi non regge più e fa il suo intervento. Figuriamoci se vuole veramente quell'incapace di sua sorella in cucina! Vuole solo riprendere il ruolo di padrona di casa che gli sta sfuggendo. E' talmente convinta d'avere ragione che non esita a comandare a Gesù quello che deve fare: "Dille che mi aiuti". Marta è scontrosa perché non sopporta che Gesù dia tanta importanza a Maria, e non si accorge che Gesù sta accogliendo anche lei, lasciandola fare. Però, grazie a questo suo sfogo, finalmente Gesù ha la possibilità di parlare con lei; e non gli risponde a tono, non gli fa un cicchetto, perché Gesù sa guardare con benevolenza il suo modo di fare. Prima difende Maria, ma gli fa anche una proposta. Gesù gli fa vedere che si agita e si preoccupa per molte cose e non riesce a vedere qual è il suo bisogno. Le dice: "Non vedi che stai male? Se ti arrabbi è perché vivi la frustrazione del tuo bisogno. Siediti anche tu con noi e parliamo. Devi imparare a stare con gli altri e anche con te stessa. Le cose da fare le faremo insieme dopo. Adesso spegni i fornelli, siediti e ascolta, ho delle cose importanti da raccontarti." Gesù è un maestro di relazioni umane, e se c'invita a pregare e ad ascoltarlo, è per aiutarci a vivere in armonia con tutto il creato. La prima condizione per riuscire a stare bene è stare bene con gli altri. Solo così riesco a star bene con me stesso. La via migliore è fermarsi e ascoltare ciò che il Signore ha da dirmi e sperimentare la sua accoglienza. |